Con la prossima Assemblea di sabato 21 ottobre il Cammino Sinodale giunge alla terza tappa del discernimento iniziato a febbraio. In questi giorni è in corso la distribuzione dello Strumento di lavoro n. 3 («Agire»), che viene consegnato alla lettura dei membri del Cammino Sinodale per prepararsi a questo importante appuntamento. Si tratta di un testo che raccoglie sia il lavoro di questi mesi della Commissione Sinodale tenendo conto gli “appelli dello Spirito” emersi dall’Assemblea del 6 maggio scorso, sia delle proposte di scelta formulate dalle Assemblee vicariali. Ora viene consegnato all’Assemblea Sinodale perché possa avvalersene per approdare a delle scelte concrete.
Le scelte come inizio di “processi di cambiamento”. Lo Strumento di Lavoro precisa che cosa intendere con il termine “scelte”, dato che queste vanno colte nell’orizzonte indicato da Evangelii gaudium e dunque non immediatamente come scelte operative. L’esortazione di papa Francesco mira infatti a realizzare anzitutto un movimento di “uscita” della Chiesa da se stessa, in vista di un rinnovato annuncio del Vangelo. In questa svolta è in gioco uno nuovo stile di Chiesa, meno preoccupata della propria autopreservazione, più “evangelizzata” ed “evangelizzante”. Cercare di “tradurre” questo slancio missionario universale in alcune poche scelte, concrete e verificabili, è l’impegnativo compito della terza Assemblea Sinodale. Essa dovrà trasformare l’appello a riscoprire la bellezza e la freschezza dell’incontro con Gesù e la cura della fede degli adulti in processi di cambiamento da avviare in Diocesi. Evidentemente, realizzare questo compito non sarà possibile nel breve periodo. Non a caso nei numeri 222-225 di Evangelii gaudium si afferma il principio secondo il quale «il tempo è superiore allo spazio». Il momento dell’agire del Cammino Sinodale si propone, quindi, non di “rivoluzionare” la Diocesi, ma di individuare delle scelte che avviino nel tempo dei processi di cambiamento di mentalità e di atteggiamento. Saranno questi che concorreranno a tracciare il nuovo stile di Chiesa indicato da Evangelii gaudium anche nelle nostre comunità cristiane.
Quattro criteri per delle scelte. Come “avviare dei processi” attraverso delle scelte concrete? Lo Strumento di Lavoro indica quattro fondamentali criteri che dovranno essere considerati dai gruppi di lavoro della terza Assemblea nel momento in cui si tratterà di individuare le scelte: il criterio della centralità di Gesù, il criterio dell’attenzione agli adulti, il criterio del processo ed infine il criterio della sinodalità. Le scelte dovranno iniziare a realizzare dei cambiamenti (criterio del processo) che nel tempo investiranno le comunità cristiane nel loro insieme (criterio della sinodalità). Le scelte dovrebbero plasmare una nuova mentalità missionaria, con atteggiamenti di ascolto e accoglienza verso le persone nella loro situazione di vita concreta (criterio dell’attenzione agli adulti), in vista di un rinnovato annuncio del Vangelo (criterio della centralità di Gesù Cristo).
I tratti del nuovo stile di Chiesa. Seguendo questi quattro criteri, i gruppi di lavoro dell’Assemblea saranno chiamati ad individuare delle scelte capaci di dare volto e “carne” al nuovo stile di Chiesa. Già un primo tratto di questo nuovo stile sarà senza dubbio quello di una maggiore sinodalità, cioè della maggiore capacità di ascolto e di collaborazione tra laici, presbiteri e persone consacrate, vissuto nella Assemblea diocesana ed ora da trasferirsi anche nelle Collaborazioni Pastorali e nelle parrocchie. Tale attitudine a “fare rete”, invocata sia dalle Assemblee vicariali sia nei gruppi dell’Assemblea Sinodale, non va intesa come ripiegamento intraecclesiale, ma come opportunità per uscire e per favorire una maggiore capacità di dialogo sia tra le diverse componenti della Chiesa, sia con chi si pone sulla soglia della fede. Inoltre sarà importante tener conto di come il nuovo stile di evangelizzazione debba esprimersi nella maggiore attenzione alle persone nella loro situazione di vita e nel grande rispetto dei cammini di fede personali, evitando di proporre un “format” di annuncio del Vangelo uguale per tutti. Attenzione alle persone che andrà ulteriormente declinata in scelte concrete che toccano la loro vita, quella delle famiglie e delle comunità, per non proporre un cristianesimo lontano dalla vita che riduce i credenti a «mummie da museo» (EG 83) e la pratica della fede insensibile alla storia.
Un cantiere che rimane aperto. L’Assemblea di sabato 21 non rappresenta la conclusione del Cammino Sinodale. Vi sarà infatti un ulteriore appuntamento per i delegati la sera del 17 novembre per le votazioni finali. Ma nel corso di questi mesi è maturata la prospettiva di un Cammino Sinodale che rimarrà, nei tempi e nei modi che verranno precisati, una sorta di “cantiere aperto”. Ciò sembra rispondere all’esigenza del tempo di Chiesa che stiamo vivendo, in cui il discernimento va assunto stabilmente dai credenti e non inteso solo come una sorta di preambolo, proposto o meno in base alla sensibilità personale. Una Chiesa che cerca continuamene nuove strade di Vangelo, inoltre, ha bisogno di essere sostenuta dalla continua preghiera da parte di tutta la Diocesi. Sarà importante continuare a farlo da qui al 15 dicembre, data prevista per la celebrazione di Consegna alla Diocesi del documento finale del Cammino Sinodale.
don Stefano Didonè
Segretario generale del Cammino Sinodale