Il Cammino Sinodale diocesano in queste settimane sta entrando in una nuova fase. I Consigli delle Collaborazioni pastorali, infatti, a partire dal discernimento compiuto nei mesi scorsi dai Consigli pastorali parrocchiali, saranno impegnati a individuare su quale delle tre scelte sinodali ogni singola Collaborazione orienterà l’impegno pastorale nel prossimo futuro. “E’ una fase importante che vivremo tra la fine di quest’anno pastorale, nei mesi di maggio e giugno, e l’inizio del prossimo, a settembre” spiega mons. Mario Salviato, vicario per il coordinamento della Pastorale.
A che punto è il percorso?
Con questo anno pastorale 2018/2019, a settembre, è iniziata la seconda fase del Cammino Sinodale. Concluse le assemblee diocesane, la Commissione ha promosso la seconda fase che è stata accompagnata da due strumenti, il primo dei quali poneva degli interrogativi al Consiglio pastorale parrocchiale sui compiti che gli competono, sulla sua identità, sul senso della partecipazione a questo importante organismo pastorale. Questo strumento ha avuto una buona accoglienza nei Consigli e ho avuto molti ritorni positivi, perché ha stimolato la riflessione sul compito e le funzioni più vere di un Consiglio pastorale parrocchiale, che non sono semplicemente di organizzare e gestire, di promuovere iniziative, ma di porre l’accento sulle questioni di fondo, di fede, sulla comunità cristiana, su dove questa poggia il suo fondamento. Si trattava di un momento fondamentale per poi passare al secondo “step”, che offriva ai Consigli parrocchiali indicazioni sulle tre scelte offerte dall’Assemblea sinodale diocesana. Ecco, allora, gli incontri di discernimento nei quali interrogarsi sulle opportunità, ma anche le fatiche da affrontare, sulle strade da intraprendere su ciascuna delle scelte, con il fine ultimo che favoriscano l’incontro con la persona di Gesù e la crescita di una fede adulta. Il discernimento non è stato fatto sull’opportunità di una scelta rispetto a un’altra, ma riflettendo, appunto, su quale fosse la finalità, secondo un metodo offerto dalla Commissione sinodale.
In che cosa consisteva?
Si tratta di un metodo che ha dato spazio più all’ascolto della Parola di Dio che al dibattito, ricco di preghiera, e con una condivisione all’interno dei Consigli pastorali parrocchiali. Questa fase di discernimento sulle tre scelte si sta concludendo. Significativo è stato l’impegno da parte di sacerdoti, religiosi e dei laici. E’ stato bello che molti, che non potevano essere presenti, abbiano mandato un intervento scritto, segno del valore che attribuivano a questo passaggio. Molti sono stati piacevolmente sorpresi dall’ascoltarsi reciproco, dalla riflessione, non centrata su “che cosa fare”. Ed è importante sottolineare che la maggior parte di questo lavoro è stato guidato da moderatori laici.
Ora la palla passa ai Consigli di Collaborazione?
Sì, in questa terza fase i Consigli di Collaborazione sono chiamati a raccogliere tutto il materiale che proviene dal lavoro dei Consigli pastorali delle parrocchie e a individuare, sempre con la metodologia del discernimento, la scelta delle tre che pare rispondere maggiormente, per quel territorio e per quelle comunità, al duplice obiettivo, di rimettere al centro la persona di Gesù, e di accompagnare gli adulti verso una fede più matura. Per questo lavoro che impegnerà i Consigli di Collaborazione, o le segreterie delle Collaborazioni non ancora istituite, verrà offerto un nuovo sussidio, che sarà presentato in tre zone della diocesi tra il 15 e il 20 maggio. A questi incontri sono invitati i Coordinatori della Collaborazione e un laico membro del Consiglio di Collaborazione.
Le comunità sono invitate alla preghiera…
Certo. Ho scritto ai sacerdoti nei giorni scorsi, perché le comunità cristiane siano invitate alla preghiera per il Cammino Sinodale, non solo all’interno della messa, con delle intenzioni particolari preparate dall’Ufficio Liturgico, ma anche durante il Rosario ai capitelli in questo mese di maggio, e magari recitando la preghiera del nostro Vescovo per il Cammino Sinodale.