“Carissime sorelle, pregate per noi”: il Vescovo scrive alle monache di clausura di Treviso e Camposampiero

“Pregate per noi, perché impariamo a pregare, con la vita, con il tempo, con i gesti. Pregate affinché impariamo a vivere gratis, scoprendo, in questo tempo, la meraviglia per quanto il Signore ci dona: sé stesso, senza limiti e senza riserve, per sempre”: è l’appello del vescovo Michele contenuto nella lettera inviata alle “carissime sorelle claustrali” e inviata in questi giorni di Avvento, “in questo anno strano, in questo tempo smarrito e difficile”.

Le destinatarie della missiva sono le monache di clausura del monastero della Visitazione di Maria, in località Alle Corti, a Treviso, e le Clarisse del monastero “S. Antonio e B. Elena” di Camposampiero, che sorge accanto al piccolo Santuario del Noce.

“Il periodo di confinamento è stato per tutti una novità assoluta – scrive il Vescovo -. Mai ci era successo di non poter uscire di casa, di dover lasciare, di punto in bianco, lavoro, relazioni, scuola, molti altri aspetti della vita. Quando mai abbiamo dovuto svuotare le Chiese, interrompere le celebrazioni con il popolo, vivere socialmente reclusi? Anche ora che la chiusura non è più così rigida, non possiamo dire neppure che l’apertura si sia realizzata in pieno. È tutto più fluido, e sempre faticoso, impegnativo da affrontare, difficile da vivere. E poi quanti malati, quanti fratelli e sorelle che ci hanno lasciato. Anche tra voi, care sorelle”.

“In questo tempo – continua mons. Tomasi – ho pensato spesso che voi ci siate maestre, nella vita che per amore del Signore e della Chiesa avete scelto ed accolto. Sì, quello che ci è stato imposto dalle vicende del contagio voi l’avete scelto per amore: una vita reclusa, separata, apparentemente limitata. Una vita donata, dedicata completamente alla relazione buona, completa, totale con il Signore e, assieme a Lui, con tutti gli altri, con tutti noi.

Voi siete maestre di donazione di sé. Siete maestre nell’atteggiamento di gratuità che papa Francesco chiede a tutti i cristiani nei confronti dei più deboli, degli esclusi, degli stranieri: “Esiste la gratuità. È la capacità di fare alcune cose per il solo fatto che di per sé sono buone, senza sperare di ricavarne alcun risultato, senza aspettarsi immediatamente qualcosa in cambio. Ciò permette di accogliere lo straniero, anche se al momento non porta un beneficio tangibile. […] Abbiamo ricevuto la vita gratis, non abbiamo pagato per essa. Dunque tutti possiamo dare senza aspettare qualcosa, fare il bene senza pretendere altrettanto dalla persona che aiutiamo. È quello che Gesù diceva ai suoi discepoli: «Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date» (Mt 10,8)” (Papa Francesco, “Fratelli tutti”, 139-140).

Voi siete maestre di preghiera e di adorazione. Voi plasmate la vita sui ritmi e sui respiri della preghiera, e davanti al Signore vi fate preghiera voi stesse. Nella povertà della vostra vita splende la gloria della ricchezza di Dio, del suo amore, della sua bellezza.

In questo tempo di attesa del Signore, in questo momento in cui diventano più decisive del solito le domande sul senso e sul valore della vita, della comunità, della fede, il vostro stile di vita ci sfida con delicatezza, ci interpella con la forza del silenzio irriducibile, della scelta radicale. Che cosa conta davvero? Per che cosa sono disposto a giocare la mia vita? Quale scelta risponde alla chiamata del Signore?

Carissime sorelle nel Signore. Pregate per noi. Pregate affinché anche noi impariamo a pregare, con la vita, con il tempo, con i gesti. Perché impariamo a pregare con la Parola stessa di Dio, e perché le nostre parole possano diventare importanti, buone, vere. Quelle che usiamo con Dio e che quelle che ci diciamo tra noi.

Pregate affinché impariamo a vivere gratis. Cioè della grazia, cioè dell’amore gratuito di Dio. Affinché questo ci basti.

Affido alla vostra preghiera di intercessione la vita della nostra Diocesi, a voi che avete scelto la parte migliore, anche se noi forse non lo sappiamo, non sempre lo crediamo davvero.

Quest’anno il Natale può raggiungere la profondità delle nostre menti e dei nostri cuori.

Pregate affinché non ci perdiamo nella tristezza per tutte le cose che ci mancheranno, e scopriamo invece la meraviglia per quanto il Signore ci dona: sé stesso, senza limiti e senza riserve, per sempre”.