Si è concluso l’anno pastorale, ma i lavori del Cammino Sinodale continuano anche durante il tempo estivo. La scorsa settimana si è riunita, infatti, la Commissione per condividere e valutare quanto è emerso dal secondo turno delle Assemblee Sinodali Vicariali, che si è svolto tra il 29 maggio e il 10 giugno. Per chi ha partecipato, le assemblee vicariali hanno offerto un’ ulteriore occasione di condivisione e di dialogo, nonostante la comprensibile fatica della fine dell’anno pastorale. Certamente, almeno da quanto emerge da alcuni verbali e da alcune testimonianze dirette, la seconda tornata delle assemblee vicariali è stata in generale un po’ meno partecipata, sia dai laici, sia dai preti. Non manca, però, chi l’ha percepita non come una “riunione” tra le tante altre, ma come vera opportunità per immaginare insieme – preti, laici e persone consacrate – un nuovo stile di chiesa. In questa pagina sono presentate alcune delle proposte di scelta formulate dai Vicariati. Oltre alle assemblee vicariali, anche una trentina di rappresentanti delle tredici comunità di cattolici migranti ha proposto il suo contributo.
“Segni” e “processi”
Dai resoconti si ricava la sensazione di una grande ricchezza e varietà di proposte da parte dei Vicariati nell’individuare delle scelte concrete. Emerge, però, anche una certa fatica di cambiare mentalità, cioè di immaginare delle scelte che avviino processi nel tempo, più che trasformare immediatamente la realtà esistente. Chi è entrato un po’ di più nella prospettiva del Cammino Sinodale (che sostanzialmente è la stessa prospettiva di Evangelii Gaudium) ha intuito che si tratta di pensare a dei cambiamenti come processi da avviare, più che come scelte concrete da mettere in atto subito. D’altra parte, le scelte non possono essere poste tutte sullo stesso piano. Ad esempio, pescando tra le proposte fatte, un conto è riflettere sull’utilizzo delle canoniche non più in uso e un conto è promuovere ulteriormente l’iniziativa del “Vangelo nelle case”. E’ emersa perciò l’esigenza di precisare quali scelte intende avviare il Cammino Sinodale per la nostra chiesa diocesana. Alcune scelte potranno essere di tipo orientativo (che riguardano gli atteggiamenti di fondo: lo stile…), mentre altre più di tipo operativo, nella linea delle “opere-segno”, rilanciata da più vicariati.
Il fattore tempo
Entrare nella prospettiva dei cambiamenti come processi richiede tempo e pazienza, come è stato più volte ricordato. Soprattutto, occorre prestare attenzione perché l’esigenza di mettere a fuoco le scelte non prevalga sul duplice ma unitario tema – obiettivo del Cammino Sinodale (la centralità di Gesù Cristo e la fede degli adulti), come se l’incontro con Gesù fosse dato per acquisito una volta per sempre. Ma c’è un ulteriore fattore a cui occorre prestare attenzione per evitare l’effetto “accumulo”. Se è vero che i “processi” richiedono tempi di maturazione ed acquisizione lunghi e non immediatamente “calendarizzabili”, nel momento in cui vengono individuate delle scelte, occorre dichiarare esplicitamente anche che cosa non è prioritario, onde evitare il rischio dell’accumulo delle priorità e della dispersione. Tutto ciò comporta un consistente lavoro di discernimento. Ecco perché prima della pausa estiva si incontrerà nuovamente la Presidenza per valutare come proseguire i lavori, mentre la Commissione sinodale si incontrerà ai primi di settembre per programmare la terza Assemblea Sinodale del 21 ottobre.
don Stefano Didonè
Segretario per il Cammino Sinodale