LETTERA DELLA DIOCESI PER LA FINE DEL RAMADAN
Gli auguri del Vescovo e dell’incaricato per le relazioni
tra cristiani e musulmani: “Sosteniamoci con gesti di solidarietà e di responsabilità
che contribuiscano a costruire la speranza e il bene di tutti”
Carissimi, carissime,
al termine di questo Ramadan altrettanto “strano” per voi quanto la Quaresima e la Pasqua per noi, a nome del Vescovo Michele e mio personale voglio augurarvi un buon ‘Id al-Fitr: ‘Id al-Fitr mubarak! che vi apra il cuore alla gioia e alla riconoscenza per essere riusciti a compiere il lungo ed esigente percorso che ogni Ramadan propone. Che la “festa dell’interruzione del digiuno”, che celebrerete dalla sera di sabato 23 maggio, possa diventare l’augurio per “l’interruzione dell’emergenza”! E lo facciamo con le parole del rappresentante di Papa Francesco: “Il tempo di Ramadan è un tempo di guarigione spirituale, di crescita e di condivisione con i poveri e di rafforzamento dei legami con parenti ed amici. Per noi, vostri amici cristiani, è un tempo propizio per consolidare le nostre relazioni con voi, mediante i saluti e gli incontri. Il Ramadan e ‘Id al-Fitr sono occasioni speciali per far crescere la fraternità tra cristiani e musulmani. (…) Aggiungo l’augurio che cristiani e musulmani dimostrino solidarietà con l’umanità così duramente colpita e rivolgano le loro preghiere a Dio Onnipotente e Misericordioso, affinché estenda la Sua protezione su ogni essere umano, perché possano essere superati questi momenti tanto difficili”. Per le condizioni di isolamento di questo periodo non è stato possibile mettere in atto gesti d’incontro, ma c’è stata comunque la condivisione della preghiera del 14 maggio, sostenuta anche da papa Francesco, e la piccola proposta trevigiana del video del 7 aprile (“O Dio, nella tempesta ci affidiamo a te”). Sono occasioni in cui, con la semplicità del nostro pregare, abbiamo affidato a Dio le difficili situazioni vissute in questo tempo. Anche le donazioni di alcune associazioni islamiche del Trevigiano in favore dei bisogni causati dall’epidemia sono segni importanti per questo nostro territorio. Proseguiamo il cammino nei giorni che ci attendono, impegnativi per ciascuno, con l’augurio di poterci sostenere insieme con gesti di solidarietà e di responsabilità che contribuiscano a costruire la speranza e il bene di tutti, qui e nel mondo intero.
(don Bruno Baratto, incaricato per le relazioni tra cristiani e musulmani per la diocesi di Treviso)