Il tema vocazionale del Sinodo provoca la Pastorale giovanile

Non si può proprio dire che ormai ci siamo abituati a papa Francesco e alla sua esuberanza nel proporre idee e considerazioni, perché sono proprio le sue intuizioni a non lasciarci tranquilli e fermi. Esse ci scuotono e provocano, non tanto perché siano bizzarre o assurde, ma semplicemente perché, con buona probabilità, sono opera dello Spirito Santo che sempre accompagna la sua Chiesa e non lascia che si sieda in un comodo “si è sempre fatto così” (cfr. Evangelii Gaudium 33). Una Chiesa “in uscita”, lui l’ha chiamata, cioè una Chiesa che vive “l’uscita missionaria” e si espone al rischio di essere sorpresa dalla gioia di vivere il vangelo e annunciarlo. Quattro sono i verbi di questa “gioia missionaria (EG 21)” che il Papa usa: coinvolgersi, accompagnare, fruttificare e festeggiare, arrivando in quelle periferie dell’esistenza che attendono la gioia dell’incontro con Gesù Risorto e nelle quali la Chiesa è chiamata a esserci. Nasce da qui l’intuizione di convocare un Sinodo dei vescovi (XV assemblea sinodale ordinaria) proprio mettendo a tema i giovani, la fede e il discernimento vocazionale, indicandoli come una periferia dell’umanità da dover raggiungere. Essi sono stati lasciati a bordo strada da un mondo adulto che, molto spesso, ha preteso di auto-conservarsi, tralasciando però uno dei suoi doveri fondamentali: educare e accompagnare le nuove generazioni ad esprimere scelte davvero libere, cioè responsabili. La Chiesa rifiuta di considerare i giovani un problema, una presenza inutile e scomoda (cfr. Documento preparatorio al Sinodo dei giovani), ma annuncia che essi sono e rimarranno sempre una risorsa, a cui riservare le migliori energie. In questo il Papa convoca tutta la Chiesa a riscoprire la dimensione missionaria della Pastorale giovanile, cioè la sua attenzione vocazionale. Don Michele Falabretti, direttore del Servizio nazionale per la Pastorale giovanile della Cei, afferma che su tale aspetto dobbiamo convergere un po’ tutti, scoprendo che tutta la pastorale è vocazionale, anche quella famigliare, scolastica, la catechesi, la liturgia, etc. in quanto raccoglie gesti, parole e attenzioni affinché ciascuno trovi il proprio posto nella Chiesa e nel mondo. Lo strumento che la tradizione ci consegna per tale finalità è il discernimento. I giovani hanno bisogno di questo servizio: di adulti e coetanei maturi nella fede che li accompagnino nel loro cammino, aiutandoli a trovare la strada che conduce a Cristo. Ben più che nella promozione di una serie di attività per i giovani, questa pastorale consiste nel camminare con loro, accompagnandoli personalmente nei contesti complessi e a volte difficili in cui sono immersi (Messaggio di papa Francesco al IV convegno europeo di Pg). Ovunque nel mondo sono presenti parrocchie, congregazioni religiose, associazioni, movimenti e realtà ecclesiali capaci di progettare e offrire ai giovani esperienze di crescita e di discernimento significative. Talvolta questa dimensione progettuale lascia spazio all’improvvisazione e all’incompetenza: è un rischio da cui difendersi prendendo sempre più sul serio il compito di pensare, concretizzare, coordinare e realizzare la pastorale giovanile in modo corretto, coerente ed efficace (cfr. Documento preparatorio al Sinodo dei giovani). Il “fare sinodale” che caratterizza il ministero di papa Francesco ci incoraggia tutti a metterci a servizio dello Spirito che guida la Chiesa anche in quest’epoca di passaggio e ci sollecita a rianimare le nostre pratiche pastorali perché non ci lasciamo sfuggire l’occasione preziosa del Sinodo. Ci sentiamo così motivati a riaccendere quella passione educativa che da sempre caratterizza i percorsi formativi offerti da parrocchie e associazioni. Da sempre le nostre comunità parrocchiali ospitano associazioni che fanno della passione educativa e della formazione alla fede il loro obiettivo primario. L’Ac che, prendendo per mano ragazzi e giovani, li conduce a divenire “cittadini degni del Vangelo”, espressione concreta della santità battesimale; l’Agesci e l’Fse che formano “uomini e donne della Partenza”, cioè persone che interpretano la vita come servizio; l’associazione Noi che, nella gratuità delle relazioni, cerca di far emergere la gioia della comunione. Il soffio dello Spirito faccia brillare di luce nuova ciò che già appartiene alle nostre tradizioni solide e costruite sulla sapienza della Chiesa.

(don Andrea Guidone e don Flavio Schiavon)