In cattedrale il dono di cinque nuove sorelle nella fede

Sabato 24 aprile, nella IV domenica di Pasqua, il vescovo Michele ha presieduto in cattedrale la Celebrazione eucaristica con l’amministrazione dei Sacramenti dell’Iniziazione Cristiana di cinque catecumene: Monika, Ilva Maria, Sara, Alexa Valentina ed Elena.

Nell’omelia il Vescovo ha approfondito il significato della libertà e del potere di Gesù Cristo, che si realizzano nel dono totale di sé, un dono che è fondato sull’amore pieno ed incondizionato del Padre per Lui.

Sull’esempio di Gesù buon Pastore che “dà la propria vita per le pecore”, mons. Tomasi ha ricordato a tutti e in particolare alle cinque catecumene che “la libertà di donarci è la realtà più grande e vera della nostra esistenza: soltanto l’amore dà senso alla vita e alla sua libertà. E l’amore non esiste senza il dono di sé. Possiamo credere e realizzare tutto ciò solamente perché abbiamo conosciuto il Figlio – ha aggiunto -. Soltanto guardando a Gesù e al suo amore possiamo fare un passo in avanti sulla via dell’amore. Soltanto con Lui possiamo scoprire la novità e la bellezza della nostra vita”. Una libertà, quella di Gesù nel donarsi, “che scaturisce dalla sua obbedienza al Padre, che è feconda perché radicata nell’amore originante e generativo del Padre per il Figlio e per tutti coloro per i quali il Figlio dona la vita”.

“Da questo amore eterno tra il Padre ed il Figlio – nel quale siamo fatti entrare, siamo radicati, siamo letteralmente «immersi» mediante il Battesimo – scaturisce anche una reciprocità di amore tra Gesù ed i suoi: “conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me”. Il nostro legame di amore con Gesù Cristo, il Crocifisso Risorto, ha la sua fonte ultima, il suo fondamento più vero nell’amore del Padre con il Figlio: “così come il Padre conosce me ed io conosco il Padre”. Di fronte all’opposizione all’offerta di amore di Gesù che porterà alla Passione e alla Croce, è proprio l’obbedienza di Gesù a Dio Padre che ci permette di entrare con Lui nell’intimità dell’amore divino. Si crea così un circolo di amore tra il Padre, il Figlio e i discepoli di Cristo che si apre a tutte le generazioni, fino a noi, affinché tutti insieme possiamo diventare “un solo gregge, un solo pastore”.

“Ecco il grande paradosso della vita cristiana – ha ricordato il Vescovo -: proprio il dono pieno di sé, la rinuncia ad ogni affermazione di sé da parte di Gesù è la manifestazione piena del suo potere divino. E noi con Lui: solamente donandoci pienamente vivremo la pienezza e l’eternità della vita. È una visione del potere, del senso della vita completamente differente da quella che deriva considerando il potere del mondo. Ci viene offerta una visione di libertà e di realizzazione dell’esistenza che richiede per essere accolta una conversione profonda. Per voi, carissime, questa conversione culmina oggi nel Battesimo che riceverete. In questo amore, in questa relazione, in questa novità di vita voi verrete letteralmente «immerse». A nome della Chiesa, infatti, io dirò “Io ti battezzo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”. Ti immergo, cioè, nella relazione di vita che è fin dall’eternità tra il Padre, il Figlio e lo Spirito, amore che ci viene donato”.

“Il nome che ricevete – ha ricordato il Vescovo rivolgendosi alle cinque catecumene – è il nome di figlie assieme al Figlio Gesù”. Figlie libere di donarsi, nell’amore che dà senso, novità e bellezza alla vita e alla sua libertà.

“Come ha proclamato l’apostolo Pietro, ricolmo di Spirito Santo, la nostra vita viene salvata, riceve il suo senso e il suo sviluppo profondo “nel nome di Gesù Cristo il Nazareno… In nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati”. Care sorelle – ha concluso il Vescovo -, in questo nome voi ora verrete battezzate, in questo nome la vostra vita riceve grazia, amore, salvezza. Ringraziamo, lodiamo il Signore, cantiamo al suo amore, che è per sempre”.