Il coraggio di rischiare per la promessa di Dio: Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni

“Promessa” e “rischio” sono le due parole che Papa Francesco sviluppa nel suo messaggio in occasione della 56ª Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni: «La chiamata del Signore ci rende portatori di una promessa e nello stesso tempo, ci chiede il coraggio di rischiare con Lui e per Lui».

La novità di un incontro

Il messaggio prende avvio commentando il testo biblico della chiamata dei primi discepoli presso il lago di Galilea (Mc 1,16-20), due pescatori che devono fare i conti con il peso del loro lavoro e con le fatiche delle situazioni ordinarie della vita. Però, come talvolta accade nella vita degli uomini, un incontro può sorprendere e provocare la propria esistenza nel prendere decisioni importanti per se stessi: «Gesù cammina, vede quei pescatori e si avvicina. È successo con la persona con cui abbiamo scelto di condividere la vita nel matrimonio, o quando abbiamo sentito il fascino della vita consacrata. Abbiamo vissuto la sorpresa di un incontro e, in quel momento, abbiamo intravisto la promessa di una gioia capace di saziare la nostra vita».

La chiamata di Dio non è una gabbia

L’incontro di Dio con l’uomo è sempre carico di una promessa, perché gli offre sempre e solo la possibilità di una vita vissuta in pienezza. Per cui la chiamata non è restrizione delle possibilità umane, né impedimento alla realizzazione dei desideri di vita che abitano il cuore di ogni uomo. Scrive il Papa nel suo messaggio, proseguendo nel commento di Mc 1,16-20: «La chiamata del Signore, allora, non è un’ingerenza di Dio nella nostra libertà; non è una “gabbia” o un peso che ci viene caricato addosso. Al contrario, è l’iniziativa amorevole con cui Dio ci viene incontro e ci invita ad entrare in un progetto grande, del quale vuole renderci partecipi, prospettandoci l’orizzonte di un mare più ampio e di una pesca sovrabbondante».

Non restare prigionieri dell’ovvio

Il desiderio di Dio è che la vita dell’uomo non resti impigliata nelle reti del non senso e nella pigrizia che anestetizza il cuore dell’uomo, ma si apra a qualcosa di grande: «Il desiderio di Dio, infatti, è che la nostra vita non diventi prigioniera dell’ovvio, non sia trascinata per inerzia nelle abitudini quotidiane e non resti inerte davanti a quelle scelte che potrebbero darle significato. Il Signore non vuole che ci rassegniamo a vivere alla giornata pensando che, in fondo, non c’è nulla per cui valga la pena di impegnarsi con passione e spegnendo l’inquietudine interiore di cercare nuove rotte per il nostro navigare».

Il coraggio di rischiare

Per abbracciare questa promessa, continua il Papa, serve il coraggio di rischiare, di mettersi in gioco, di consegnare nella partita della vita tutto ciò che può impedirci di prendere il largo, come la pigrizia, la poca voglia e le passioni tristi. Scrive papa Francesco: «Quando siamo posti dinanzi al vasto mare della vocazione non possiamo restare a riparare le nostre reti, sulla barca che ci dà sicurezza, ma dobbiamo fidarci della promessa del Signore». A proposito delle scelte vocazionali continua il Papa: «La vita cristiana trova la sua espressione in quelle scelte che, mentre danno una direzione precisa alla nostra navigazione, contribuiscono anche alla crescita del Regno di Dio nella società. Penso alla scelta di sposarsi in Cristo e di formare una famiglia», o chi «nell’incontro con il Signore può sentire il fascino della vita consacrata o al sacerdozio ordinato.

A voi giovani

Il Papa si rivolge direttamente ai giovani: «A voi giovani vorrei dire: non siate sordi alla chiamata del Signore! Se egli vi chiama per una vita donata nella vita consacrata o al sacerdozio ordinato, non tirate i remi in barca e fidatevi di Lui. Non fatevi contagiare dalla paura, che ci paralizza davanti alle alte vette che il Signore ci propone».

Il sì di Maria

A chi fatica nel cammino di discernimento vocazionale e si lascia paralizzare da resistenze interiori, il Papa propone l’esperienza spirituale di Maria, sintesi compiuta tra promessa di Dio e rischio: «Anche nella storia di questa ragazza, la vocazione è stata nello stesso tempo una promessa e un rischio. Il suo è stato il “sì” di chi vuole coinvolgersi e rischiare, di chi vuole scommettere tutto, senza altra garanzia che la certezza di sapere di essere portatrice di una promessa». Chiediamo anche noi, per ogni giovane, il coraggio di scoprire il progetto d’amore di Dio sulla propria vita e il coraggio di rischiare sulla strada che Dio ha pensato da sempre per lui.
don Giancarlo Pivato direttore del Centro Diocesano vocazioni

 

VEGLIA DIOCESANA SABATO 18 MAGGIO IN CATTEDRALE: INVITO SPECIALE AI GIOVANI, PER… SCEGLIERE

Riconoscere, interpretare e… scegliere! Il terzo momento diocesano con i giovani e il Vescovo – come già da alcuni anni sarà una veglia di preghiera per le vocazioni. Se il primo incontro nel tempio di S. Nicolò era legato al verbo riconoscere ovvero “ascoltare e vedere con empatia” e il secondo cercava di andare alle radici del nostro sguardo cercando di esplorare il verbo interpretare, il nuovo ritrovarci assieme sarà guidato dal verbo scegliere che potremmo tradurre come un “camminare libero incontro alla gioia”. Ognuno di noi, in modo assolutamente originale, si trova a condurre la propria esistenza tra le mille occasioni di vita che incontriamo giorno dopo giorno. Le voci assordanti, le immagini che si susseguono veloci, le notizie provenienti dal mondo che giorno dopo giorno mettono a dura prova il desiderio del giovane di costruire un futuro stabile per sé e per gli altri: scegliere significa acquisire la “capacità di sapersi orientare”, scegliere è cogliere – tra tutte – la voce dello Spirito che guida a realizzare e a rischiare fino in fondo il dono unico che portiamo nel cuore! Cari giovani, vi aspettiamo tutti sabato 18 maggio alle 20.30 nella nostra Cattedrale! (don Paolo Slompo, direttore dell’ufficio diocesano di Pastorale giovanile)