Le novità del Messale/2 – Tradurre e adattare

Nella Chiesa romana, il latino è la lingua ufficiale in cui vengono composte le preghiere della liturgia. Il Messale si compone così dei tanti testi composti nei secoli passati e si arricchisce di volta in volta di nuovi brani e di continui perfezionamenti. A partire dall’originale latino comincia l’impegno della traduzione, affinché i vari popoli del mondo possano pregare oggi anche nella propria lingua, quindi con una maggiore possibilità di comprensione. Oltre alla traduzione, il libro liturgico viene adattato, cioè può subire delle modifiche sostanziali come l’aggiunta di alcune parti (nel Messale Italiano una stelletta precede tutti i testi “nuovi” rispetto all’edizione latina), o la loro omissione. Tradurre è un’opera non N facile, perché si può rischiare di essere “troppo fedeli” all’originale, tanto da avere un testo in italiano che si fa fatica a comprendere e pregare, oppure perché si vuole fare una “traduzione libera” che rispetta poco la preghiera di partenza. Tradurre è contemporaneamente rischioso, necessario e un’avventura mai finita. E’ l’opera di chi si mette in ascolto del passato, di chi è venuto prima di noi e accoglie coraggiosamente la sfida di adattare ai nostri giorni la preghiera della Chiesa. E’ un’operazione che consente la comunione con chi ci ha preceduto nella fede e insieme ci permette di vivere autenticamente la nostra risposta al Signore. (a cura dell’ufficio Liturgico diocesano)