Le novità del Messale/5: Il Gloria

Il Gloria è un inno antichissimo con il quale la Chiesa, radunata dallo Spirito Santo, glorifica il Padre e il Figlio ed eleva la supplica e la lode. Nella III edizione italiana del Messale troviamo un cambiamento nella prima frase del testo, che riprende il Vangelo di Luca (2,14): «…e pace in terra agli uomini amati dal Signore». La traduzione precedente riprendeva fedelmente l’espressione latina bonae voluntatis. Il testo originale greco, tuttavia, riportava l’espressione eudokìas che significa «coloro a cui è rivolta la benevolenza di Dio». La Bibbia (CEI 2008) ha tradotto «che egli ama», ma nel Messale si è preferito l’equivalente «amati dal Signore» per poter adattare le melodie già in uso nelle nostre comunità. Una ragione di cantabilità, quindi. Le indicazioni del Messale al n. 53 precisano le modalità con le quali cantare questo inno: o tutta l’assemblea, o il popolo alternativamente con il coro, oppure il coro solo. La forma musicale propria per cantare il Gloria è quella innica, senza ritornello, che permette il fluire del testo dall’inizio alla fine. In questi anni si sono diffuse delle composizioni musicali del Gloria strutturate in ritornello-strofe. L’intento era quello di coinvolgere nella partecipazione in canto grandi assemblee, ad esempio di santuari internazionali. Questa pratica si è diffusa anche nelle nostre comunità. Tuttavia, essendo le nostre assemblee generalmente più stabili, hanno la possibilità di apprendere, con un po’ di pazienza, il canto del Gloria nella forma più propria, “diretta”. Può essere utile provare il Gloria prima della messa e cantarlo per più domeniche di seguito, ad esempio nel tempo di Natale. È il canto degli angeli nella notte della nascita del Salvatore. È l’annuncio di gioia che raggiunge tutti, in particolare i poveri: il Signore è in mezzo a noi come il Dio della pace e dell’amore.
a cura dell’Ufficio liturgico diocesano