“Cade bene in Quaresima questa ricorrenza – l’Annunciazione del Signore – che ci permette di gettare uno sguardo su tutta intera la storia di Gesù dal momento del concepimento, e poi avanti, sulla sua esistenza terrena, le sue opere e i suoi giorni, la sua passione e morte, la sua Risurrezione: questa storia che, incominciata con il dialogo tra Maria e l’angelo, si intreccia per sempre con le vicende degli uomini e delle donne di ogni tempo”: così questa mattina, 25 marzo, il vescovo Michele ha presentato la solennità dell’Annunciazione del Signore durante la messa nella cripta della cattedrale, trasmessa in diretta televisiva e streaming. Un dialogo, quello tra Maria e l’angelo, che il vescovo ha invitato a “contemplare”, insieme alla “risposta all’indicibile, che farà di Maria il grembo per il Signore Dio, per l’eterno, l’onnipotente”.
Riconoscendo come in questo tempo stiamo diventando esperti nell’arte del fermarci, perché costretti (“Ci avrebbe fatto bene anche prima, almeno rallentare, anche senza il contagio”), mons. Tomasi ha invitato a contemplare, anzitutto “la prontezza di questa giovane donna a entrare in quel dialogo semplice, netto e profondo al contempo. Un dialogo che ha la necessità del divino: la Vergine che si fa feconda e dona pienezza della vita è certamente unica, è il miracolo grande della storia”.
Ma Gesù ha anche detto che “chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre”. (Mt 12,48-50). “Anche noi, allora, possiamo generare il Signore nella nostra storia, se possiamo divenirgli “madre” a nostra volta, attraverso la nostra fedeltà alla Parola”, la sottolineatura del Vescovo.
Una fedeltà che si vive “imparando a stare nelle situazioni che ci sono date, di volta in volta. Anche in questa che ci tocca affrontare, giorno per giorno. Forse soprattutto in questa”. Perché questo tempo particolare, “sospeso”, ci interpella, ha ricordato il Vescovo: “Se siamo abbastanza forti da far risuonare nella nostra coscienza quel silenzio che ci si impone esteriormente, sentiremo, al di là di tutta la confusione che agita il nostro cuore, che c’è una Parola che ci chiama, che ci interpella, che ci sfida”. Si tratta di “una Parola semplice, adatta a noi”, per accoglire la quale “serve il rigore della fedeltà, la profondità dell’amore, la raffinatezza di un cuore che si sa donare gratuitamente. È quella Parola che mi fa capire, per esempio, che proprio in questo periodo di lotta intensa, spesso eroica, per la sopravvivenza – e quanto dolore provoca ogni sconfitta che ci ferisce nella nostra nuda fragilità – riusciremo meglio a fare quanto serve per il bene di tutti se non ci chiuderemo sui nostri bisogni materiali, nemmeno sulla pura sopravvivenza, che ci pare giustamente preziosa, ma che non esaurisce il bene della vita”.
Se sappiamo dire anche noi “eccomi, avvenga per me secondo la tua Parola”, saremo chiamati ad un’avventura che darà significato e sapore alla nostra vita e a quella degli altri. La nostra vita vale quanto l’amore che le permettiamo di ospitare, l’amore che sempre ci è donato. Come Maria, anche noi siamo chiamati a vivere serenamente e con fortezza la nostra vita di ogni giorno, nella memoria dell’incontro con il Dio della vita, camminando alla Sua presenza”.
Infine, l’affidamento alla Beata Vergine Maria “perché ci aiuti e ci protegga, perché non ci lasci soli. Le chiediamo di stare accanto a chi soffre, di dare forza a chi è malato, povero e solo; di poter bloccare la diffusione del contagio”, Lei che “può starci vicino anche grazie al suo “eccomi” che oggi contempliamo, perché si è fidata completamente della Parola di Dio, contro ogni evidenza, contro ogni tentazione di chiudersi in se stessa, nelle piccole, limitate certezze di una vita chiusa esclusivamente sul presente”.
“Santa Madre di Dio, che nell’attesa sospesa di tutto il creato hai detto il tuo sì fiducioso alla volontà del Padre,
cambiando così il senso della vita e della storia,
noi ci affidiamo a te in questo tempo di prova.
Guidaci e proteggici,
insegnaci ad ascoltare, a vivere, ad amare.
Santa Maria, madre della Chiesa, salute degli infermi,
prega per noi”.