Giovedì 11 febbraio – memoria liturgica della Beata Vergine di Lourdes – si celebra la 29ª Giornata mondiale del malato. Alle ore 15.30 a Treviso il vescovo Michele Tomasi presiederà, nel santuario di S. Maria Maggiore, la messa per gli ammalati dell’intera diocesi e per quanti, in diverse forme, si prendono cura di loro, con la partecipazione dell’Unitalsi e di una rappresentanza degli operatori della salute e della dirigenza dell’Ulss di Treviso. La celebrazione, che sarà tradotta nella Lingua italiana dei segni, sarà trasmessa in diretta su Antenna 3 (canale 13) e in streaming sul sito della Diocesi.
Domenica 14 febbraio, poi, in ogni parrocchia, siamo invitati a pregare per tutti i malati e gli operatori della salute nelle sante messe.
“Una società è tanto più umana quanto più sa prendersi cura dei suoi membri fragili e sofferenti, e sa farlo con efficienza animata da amore fraterno” scrive papa Francesco nel Messaggio per la Giornata, che è dedicato in particolare alla relazione di fiducia che è alla base della cura dei malati. Parole che assumono un significato ancor più forte quest’anno data la particolare situazione di pandemia che stiamo vivendo.
Il Papa esorta a “investire risorse nella cura e nell’assistenza delle persone malate, una priorità legata al principio che la salute è un bene comune primario”, evidenziando anche la generosità di tanti nel portare cure e conforto in questo tempo, che il Papa definisce “una schiera silenziosa di uomini e donne” che hanno sentito gli altri come prossimi in virtù della “comune appartenenza alla famiglia umana”. Fondamentale, inoltre, il rapporto fra medico e paziente, che deve essere basato sulla professionalità ma anche sulla fiducia e sulla dignità della persona malata.
Proprio la vicinanza a chi ha bisogno è un “balsamo prezioso” per chi soffre, e testimonianza di amore da parte di chi se ne prende cura. “Il comandamento dell’amore, che Gesù ha lasciato ai suoi discepoli, trova una concreta realizzazione anche nella relazione con i malati” scrive il Papa, che invita “a fare in modo che nessuno resti da solo, che nessuno si senta escluso e abbandonato”.