Si sono concluse le quattro serate della 33ª Settimana sociale dei cattolici trevigiani. Ma non si è certo concluso, anzi si apre ulteriormente l’impegno per vivere, come Chiesa e come società, quella “conversione ecologica” chiesta a gran voce da papa Francesco nella Laudato Si’. Lo si è ben compreso negli ultimi due appuntamenti che si sono tenuti lunedì e martedì scorso nell’aula Longhin del Seminario, alla presenza del vescovo di Treviso, mons. Michele Tomasi.
Un impegno non opzionale, ha subito chiarito il nuovo vescovo intervenendo all’inizio della terza serata di lunedì 7 ottobre, dedicata al tema “La nostra responsabilità. Nuovi stili di vita nella Chiesa e nella società”.
C’era attesa per le parole di mons. Tomasi, all’indomani del suo ingresso. Introdotto dal saluto del direttore della “Vita del popolo”, che ha ricordato la lunga storia della Settimana sociale, il nuovo vescovo non si è limitato a salutare i presenti, assai numerosi, ma è entrato nel cuore della tematica di questo appuntamento: “E’ una combinazione della provvidenza – ha detto – poter portare il mio saluto a questo incontro, siete davvero tanti”. La nostra responsabilità verso il creato, ha avvertito il vescovo, ha una matrice teologica. Nel cristianesimo “il Verbo si fa carne, si fa storia, si fa vita. L’incarnazione non è un qualche cosa che ci scivola via”. La stessa “conversione ecologica” ha dunque una “dimensione teologica”, come si evince dalla stessa Laudato Si’. Perciò, “quello che ascoltiamo” anche nel corso delle serate della Settimana sociale, “non è opzionale o profano, ma la concretizzazione di un dialogo da fare insieme, perché insieme abbiamo la responsabilità di essere umani”, come Cristo ha voluto entrare nella storia umana. “Quello che si fa qui – ha concluso mons. Tomasi – è un bell’esercizio di intelligenza che sa amare e di amore intelligente”.