Pellegrinaggio diocesano a Sant’Antonio

Un cammino di speranza: così è stato definito il pellegrinaggio della chiesa trevigiana presso alla basilica di Sant’Antonio a Padova svoltosi lunedì 11 giugno scorso: uno dei pellegrinaggi più partecipati tra quelli delle diocesi del Triveneto con centinaia di pellegrini provenienti da tante parrocchie della nostra diocesi che hanno preso parte alla solenne celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo Gianfranco Agostino Gardin insieme al vicario generale mons. Adriano Cevolotto e da più di 60 sacerdoti.
All’inizio della celebrazione il rettore della Basilica, p. Oliviero Svanera ha rivolto parole di benvenuto ai pellegrini e al nostro vescovo richiamando sant’Antonio testimone di speranza e di comunione.
Mons. Gardin, nella sua omelia, ha parlato ai pellegrini ricordando i “piccoli” del vangelo proposto nel corso della celebrazione: i piccoli, molto simili a quei pellegrini semplici che si affidano a Gesù per intercessione di Sant’Antonio. E la preghiera dei semplici, che si fonda su una Fede salda, è quanto di più necessario nella nostra vita. I pellegrini, quindi, come cercatori di Dio, ma soprattutto come cercatori del volto di Dio, come persone bisognose di comprendere maggiormente Gesù e cosa Gesù chiede alla nostra vita. Quello che hanno fatto i santi, quello che ha fatto Sant’Antonio è stato proprio questo: comprendere Gesù, amare Gesù e accogliere la sua Parola. Ecco perché i santi sono importanti, perché Sant’Antonio è importante nella nostra vita, nella vita delle persone, nella vita della nostra diocesi: perché ci insegna ad accostare la nostra vita a quella di Gesù. Se siamo qui, vicini alla tomba del Santo, non lo siamo per chiedere favori, bensì per accogliere il progetto di Dio su di noi, per accettare anche che le prove e le fatiche appartengano alla nostra vita, certi però che il Signore condividerà con noi sconfitte e problemi e di sicuro non ci abbandonerà, come sant’Antonio stesso ha testimoniato con la sua vita e i suoi miracoli.
Riconoscere la santità di Antonio è dunque capire quale relazione stretta lui abbia avuto, e continua ad avere, con Dio.
Con questa certezza, i pellegrini trevigiani hanno lasciato, al termine della celebrazione, la basilica non senza aver portato prima una carezza alla tomba del Santo, segno semplice di fede, di preghiera e di ringraziamento per quanto Antonio di Padova continua a trasmettere ai veri cercatori del volto di Dio.