Ritorno a Lourdes: il messaggio del Vescovo ai pellegrini triveneti

Un pellegrinaggio diverso, per il tempo di pandemia che segna tutta la vita di Lourdes. Ma un pellegrinaggio desiderato e che i trevigiani presenti stanno vivendo nella gioia di un ritorno, dopo il blocco, per oltre un anno, di tutte le presenze alla grotta di Massabielle. Un pellegrinaggio triveneto, quest’anno, vissuto insieme dalle Diocesi del Nordest. “C’è una presenza ridotta di pellegrini, Ë vero, questo però crea un clima più sobrio e semplice, c’è più silenzio, si percepisce maggior raccoglimento – racconta don Antonio Guidolin, direttore dell’ufficio per la Pastorale della salute, che con don Mario Salviato, vicario per il coordinamento della Pastorale, sta guidando il piccolo gruppo di trevigiani -. E’ bello che tutte le Diocesi del Nordest vivano insieme questo appuntamento che di solito era invece caratterizzato dalle singole individualità. E’ un pellegrinaggio autenticamente ecclesiale, nel quale colpisce la presenza di trenta preti e invece l’assenza dei Vescovi. Credo che possa essere il segno di una Chiesa più fraterna in cui tutti camminano insieme, sostenendo nella preghiera anche i pastori che per tante ragioni sono impossibilitati ad essere presenti, come il nostro Vescovo Michele, che avrebbe dovuto accompagnare questo pellegrinaggio, a nome di tutti i Vescovi del Nordest, ma che per motivi legati alla sua ripresa dopo l’intervento alle ginocchia, non è potuto venire”. E il Vescovo ha voluto comunque raggiungere i pellegrini triveneti con un messaggio di vicinanza, assicurando la sua preghiera. Un messaggio nel quale mons. Tomasi parla delle sue difficoltà di questo tempo, che lo hanno avvicinato a tanti fratelli sofferenti, e di quanta cura e dedizione da parte di tante persone sta sperimentando.

Il messaggio del Vescovo ai pellegrini

“Carissimi pellegrini a Lourdes dell’Unitalsi di tutto il Triveneto, vi raggiungo con uno scritto, anche se avrei dovuto, e davvero voluto tanto essere con voi in questa bellissima esperienza insieme, ma un piccolo incidente in montagna ha avuto come conseguenza di bloccarmi a letto dall’inizio di luglio. Proprio in questi giorni la fisioterapia mi permette qualche progresso, e non posso proprio interromperla adesso. Sono con voi con il pensiero e soprattutto con la preghiera. So di essere nella vostra preghiera. E’ un legame vero, autentico, custodito dalla premura materna della Beata Vergine Maria che sempre ci accompagna ed intercede per noi. Vi confesso che nei limitati disagi di questi mesi costretto a letto ho pensato “con il corpo” – e quindi un po’ più in profondità e sincerità in direzione del cuore – a quanti sono bloccati dall’infermità, dalla malattia, dalla disabilità. Ho avvicinato, almeno un poco, tante difficoltà e fatiche che sono compagne quotidiane per tanti di voi, la fatica di vivere, il coraggio necessario per andare avanti, le tentazioni di resa, talvolta. Durante la prima fase di distanziamento – il lockdown – siamo stati fermati tutti assieme, abbiamo avuto il senso di un’esperienza collettiva, e sentito, assieme al disagio, anche slanci di aiuto, di solidarietà, di vicinanza, di concordia. Abbiamo sperato di imparare qualcosa dall’esperienza: chissà se è proprio cosÏ. Ma come prima della pandemia, anche adesso che non siamo più fermi come l’anno scorso sono ancora tante – troppe – le persone rimaste sole nella loro malattia ed infermità, bloccate mentre invece il mondo intorno continua a muoversi, a correre, sordo e indifferente. A tutti loro, a tutti voi, assicuro la mia vicinanza. Spero davvero di avere almeno imparato qualcosa: non dobbiamo, non possiamo dimenticare nessuno. Sto sperimentando quanto sia preziosa la cura di persone che nei fatti quotidiani sanno essere vicine senza riserve e senza risparmio, testimoni discreti, ma potenti, di amore gratuito e disinteressato. Con dedizione e competenza. Non c’è motivo per il loro amore se non l’amore stesso. In quell’amore c’è, tangibile, la presenza di Dio che Ë amore. Sto anche sperimentando quanto sia alle volte difficile accogliere questa gratuità, cosÏ necessaria alla vita, ma cosÏ disarmante, soprattutto quando non hai nulla da dare in cambio e hai davvero bisogno di tutto. In questo ci aiuta, ci sostiene, ci guida e ci dà orientamento l’amore stesso di Dio, che si rivela proprio cosÏ in tutta la sua potenza. Il Signore Gesù Cristo ha assunto la nostra carne, ci dona le sue opere e i suoi giorni, Ë morto e risorto davvero per noi, per donarci il suo amore – questo amore – senza condizioni, senza riserve. Auguro a tutti voi che il pellegrinaggio a Lourdes sia occasione di grazia per tutti voi e attraverso voi per le nostre Diocesi. Vi chiedo la preghiera per tutte le situazioni in cui fratelli e sorelle non riescono a cogliere l’amore all’opera, Dio presente, la vita come un bene da accogliere nonostante tutto. Preghiamo assieme per non essere indifferenti verso nessuno, solidali in ogni prova, limite e lacrima, per essere grembo accogliente di speranza, testimoni di solidarietà, costruttori di autentica comunità. Affidiamo le Diocesi del Triveneto all’intercessione tenera e forte di Maria Santissima, maestra di ascolto, vicinanza e cura. Uniti nella fede, nella speranza, nell’amore e nella preghiera.

† Michele

vescovo di Treviso