Nell’esortazione apostolica di papa Francesco Christus Vivit al n. 132 troviamo questa espressione: «Innamorati! (o lasciati innamorare), perché “niente può essere più importante che incontrare Dio. Vale a dire, innamorarsi di Lui in una maniera definitiva e assoluta. Ciò di cui tu ti innamori cattura la tua immaginazione e finisce per lasciare la sua orma su tutto quanto. (…) Innamorati! Rimani nell’amore! Tutto sarà diverso”». Possiamo ben dire che santa Bertilla è stata una donna innamorata, che ha lasciato la sua traccia in molte anime da lei soccorse in corsia dell’ospedale, in comunità tra le sorelle e dovunque ci fosse stata una necessità. Il suo amore vivo per Cristo si coglie dalle sue espressioni: “Gesù si unisce a me e opera con me e forma una sola cosa con me”, “Sempre allegra per quanto mi pesi, perché allora mostro al mio Gesù l’amore che gli porto”, “Anche noi dobbiamo ad imitazione di Gesù aver sete d’amore per Lui ed amarlo alla prova, con i fatti” (Diario spirituale di S. M. Bertilla, p. 54, p. 18, p. 25). Quando si è innamorati si vede ovunque l’immagine dell’amato, si fanno sacrifici e follie che difficilmente si farebbero in altre situazioni comuni. Santa Bertilla ha davvero vissuto un amore appassionato per Gesù, tanto da dimenticare se stessa. Così scrive nel suo piccolo Diario: “Vivere, operare, insomma, fare ogni mia azione alla presenza di Gesù; figurarmelo sempre vicino, ora in un modo ora in un altro; ma sempre pronto ad aiutarmi, soccorrermi, che mi ama moltissimo, e che mi vuole tutta sua senza nessuna riserva” (Diario spirituale, p. 59).
La sua santità risplende ancora oggi e indica una via possibile a tutti: “Facciamo tutto per Gesù…” soleva ripetere, ovvero trasformiamo i nostri piccoli atti quotidiani in offerta, condiamoli di senso per amore di Colui che ha dato la sua vita per noi e vedremo nascere meraviglie. La nostra cara santa, attratta dall’amore e dalla forza di Dio ha compiuto miracoli. Ancora oggi continua nella sua missione di cura, aiuto e consolazione per tante anime che a lei ricorrono. Cambiano i tempi, ma la santità rimane un faro e una bussola interiore. Essere santi è vivere dentro la storia con generosità, passare dall’«io» al «noi», pensare e agire per il Bene comune umano-spirituale che alimenta l’economia della salvezza, che non ha numeri, non si quantifica in una sorta di “bilancio sociale”, ma sostiene in modo invisibile e accompagna e genera benedizione per tutti. Santa Bertilla aveva intuito che il segreto della felicità vera sta nel donarla agli altri più che nel ricercarla per sé: “A Dio tutta la gloria, al prossimo tutta la gioia, a me tutto il sacrificio”. Ecco le parole buone, che scaturiscono da un cuore amante fecondato dalla Parola, un cuore responsabile che risponde ai bisogni degli altri, che si consuma per portare frutto sull’esempio del Maestro, perché l’Amore vero è dare la vita, non trattenerla per sé. Le sue espressioni sono ancora un monito: “Facciamo presto, facciamo tutto per il Signore: già tutto passa a questo mondo”. Sì, tutto passa, tranne l’Amore di Dio ricevuto e donato. È questa la bella notizia scritta con la sua vita.
Le celebrazioni
Nella sua festa, che liturgicamente si celebra sabato 20 ottobre, le messe in sua memoria nella Cappella universitaria a lei dedicata avranno le seguenti date e orari: venerdì 18 ore 18 messa celebrata dal vescovo Michele Tomasi; domenica 20 alle 9 e 10.30; il pomeriggio alle 16 messa con i membri dell’Unitalsi.
(Suore Maestre di S. Dorotea Figlie dei Sacri Cuori)