Sinodalità diffusa: la Lettera del Vescovo e lo Strumento di lavoro per il Cammino

Quello che inizia è un processo che può diventare discernimento, purificazione e riforma del nostro essere Chiesa e della nostra prassi pastorale. Saremo coinvolti in diversi modi, a cominciare dalla preghiera, come quella di venerdì 3 febbraio, in Cattedrale, alle 20.30, con i membri dell’Assemblea diocesana del Cammino Sinodale.

Ecco il secondo intervento di “avvicinamento” al Cammino Sinodale, pubblicato sulla “Vita del popolo” in uscita questa settimana.

Il Cammino Sinodale che sta per iniziare rappresenta indubbiamente un’opportunità da cogliere. L’esigenza di conoscerlo meglio («Ma che cos’è questo cammino sinodale?»), insieme alla curiosità, si collega alla novità rappresentata dalla sua particolare natura ecclesiale. Il Cammino Sinodale, infatti, tenta di realizzare quella “sinodalità diffusa” invocata più volte da Papa Francesco nei suoi numerosi interventi. Non a caso nella Lettera di presentazione del Cammino Sinodale, indirizzata a tutta la Diocesi, il vescovo afferma che “l’aggettivo Sinodale in questo caso è più importante del sostantivo Cammino

Un “processo” che si avvia

Invitando la Diocesi a cercare cosa il Signore chieda alla Chiesa di Treviso in questo tempo, il vescovo propone di porsi in ascolto di quelle che egli chiama le “iniezioni” di Papa Francesco. In particolare, viene proposta un’interessante interpretazione del passaggio di Evangelii gaudium in cui si afferma che «il tempo è superiore allo spazio» (n. 222).  Il vescovo commenta così questo principio: «ciò che conta di più non è trasformare rapidamente le cose, ma avviare processi che producano mutamenti reali, anche se lenti». Il Cammino Sinodale è quindi il tentativo di avviare un processo che, come auspicato in Evangelii gaudium, può (deve?) diventare discernimento, purificazione e riforma del nostro modo di essere Chiesa e della nostra prassi pastorale. Tale modo di essere Chiesa prevede due “fuochi”: l’annuncio di Gesù e la crescita e l’accompagnamento degli adulti per una fede centrata maggiormente sul Vangelo.

Tutti partecipi in modi diversi

In questo tentativo di sinodalità non saranno coinvolti solo i membri dell’assemblea diocesana, ma in un certo senso tutta la Diocesi attraverso gli organismi di partecipazione che verranno coinvolti (in particolare i Consigli delle Collaborazioni Pastorali). È importante che tutti si sentano coinvolti in questo processo, proprio perché ciò che lo caratterizza non è arrivare subito a delle decisioni, ma arrivare a prendere delle decisioni insieme, con tutto il tempo necessario per maturarle. Ciò, ovviamente, non significa che il processo è infinito (il Cammino Sinodale si concluderà nel novembre di quest’anno), né che tutti debbano essere d’accordo su tutto. Significa, piuttosto, avviare uno stile di Chiesa in cui ci si ascolta reciprocamente e insieme ci si pone da adulti in ascolto del Vangelo.

Lo “Strumento di lavoro”

Il Cammino Sinodale, si legge sempre nella Lettera del vescovo, «è un tentativo di mettersi in ascolto di quanto emerso dalla Visita pastorale, e così ricavarne frutto per la vita della nostra Chiesa trevigiana». In effetti lo Strumento di Lavoro, che verrà consegnato a tutti i componenti dell’Assemblea sinodale venerdì 3 febbraio, sintetizza quanto è emerso dalla Visita pastorale e propone ulteriori riflessioni sulle trasformazioni del mondo degli adulti e del loro modo di credere. Esso rappresenta il vedere, cioè il primo momento del Cammino, a cui faranno seguito il giudicare e l’agire. In particolare, lo “Strumento” presenta uno sguardo generale sulla Diocesi in cui si osserva la necessità di favorire uno stile di Chiesa formata da adulti nella fede in Gesù Cristo. Senza la presenza di adulti ‘evangelicamente significativi’, non è possibile generare alla fede i giovani, i ragazzi e i fanciulli.

Uno stile evangelico

Quando ci si dispone ad iniziare un cammino, occorre attrezzarsi nel modo più adatto. Oltre ad informarsi e seguire i lavori attraverso il settimanale diocesano e il sito della diocesi, sarà opportuno disporsi ad accompagnare questo percorso con la preghiera personale e comunitaria, anche attraverso l’apposito schema per l’adorazione eucaristica che è stato predisposto. L’ascolto e la preghiera, insieme all’infinita fiducia nell’opera dello Spirito, sono gli “ingredienti” indispensabili per una Chiesa che vuole essere fedele al Vangelo e generare credenti dalla fede adulta. (2. continua)

don Stefano Didonè