A rafforzare ancora di più il legame tra Giandomenico e Mirano, oltre alla villa, sono le numerose opere sparse nel territorio. Tra queste, nel Duomo di S. Michele Arcangelo, la pala di Giambattista dedicata al Miracolo di SantAntonio che riattacca il piede ad un giovane; Villa Bianchini a Zianigo, con laffresco Il merito e la Fama; la chiesa della Natività di Maria a Zianigo con la pala San Francesco di Paola e altri santi e laffresco del soffitto Natività di Maria; la chiesa Cattedra di S. Pietro a Scaltenigo con gli affreschi del soffitto raffiguranti La gloria dei Santi Pietro e Paolo e gli evangelisti e due Angeli, da diversi esperti attribuita a Giandomenico.
Il duomo di Mirano
Il Duomo di Mirano, dedicato a San Michele arcangelo, è un sobrio edificio seicentesco denso darte il cui interno è formato da ununica navata che si apre, oltre larco trionfale, in un fastoso presbiterio. Ledificio attuale deriva da una precedente costruzione, rinascimentale, di tipo conventuale.
Gran parte delle superfici interne sono adornate da raffigurazioni affrescate e da sculture, che illustrano due importanti temi liturgici: la Fede ed il Giudizio Universale. Il primo di questi si sviluppa nel presbiterio, con decorazioni affrescate che coronano limponente complesso scultoreo dellaltare maggiore, dove nella volta di soffitto, quasi illuminante, è allegoricamente raffigurata la Fede. Le vele, tra volta e pareti, rappresentano la Chiesa, qui esemplificata con le figure dei due apostoli Pietro (chiavi) e Paolo (spada), nonché da due dottori, SantAgostino e SantAmbrogio. Le pareti, in due riquadri, propongono due sacrifici dellantico testamento, il Sacrificio di Abramo e il Sacrificio di Melchisedech. Lintero ciclo affrescato è eseguito nel 1791 da Costantino Cedini, un maestro di Accademia che prosegue il linguaggio tiepolesco, un lessico dominante in tutta Europa sino agli eventi napoleonici. Gli affreschi contornano il vero tesoro della chiesa: limponente macchina marmorea dellaltare maggiore dove un Tempio in due ordini, arricchito da colonne e bronzetti, è guarnito da due bellissime statue piene di movimento, San Michele e San Gabriele, mentre i putti porgono lEucarestia. Questo complesso lavoro scultoreo, opera di Giuseppe Torretto, fu eseguito attorno al 1720, come altri suoi lavori per importanti chiese veneziane come i Carmini, i Gesuiti e gli Scalzi.
Il tema del Giudizio Universale è sviluppato nellimponente soffitto della navata. Nella complessa raffigurazione risulta centrale il trionfo di Cristo, che si erge impetuoso e vittorioso su Lucifero e i suoi vizi. Il grande affresco è eseguito, nel 1847-48, da Giovanni Demin, importante pittore neoclassico, avviato con Hayez a Roma presso Antonio Canova, che solo la scarsa capacità relazionale portò a chiudersi nellentroterra veneto.
San Leopoldo Mandic
La chiesa di S. Leopoldo è stata consacrata l8 dicembre 1993, nata dalla suddivisione della parrocchia di S. Michele Arcangelo, divenuta nel corso degli anni molto numerosa. Il progetto è dellarchitetto francescano p. Angelo Polesello, il quale lo ha improntato alla semplicità delle antiche chiese francescane. Ledificio è lineare, ma ricco di simbolismi, a partire dalla forma a capanna della facciata; allinterno la navata si allarga verso lingresso per accogliere i fedeli e si restringe verso il presbiterio per avvicinare lassemblea allaltare. Le pareti laterali sono scandite in sette sezioni a ricordo dei sette sacramenti. Larredo è semplice, vi predomina il legno; i blocchi di marmo di Carrara con il loro nitore fanno emergere i tre poli della celebrazione: laltare, lambone, la sede del celebrante.
Ballò
La chiesa di Ballò, dedicata a S. Bartolomeo, ha origine nel XVIII secolo. Negli ultimi tempi, però, ha subito notevoli ristrutturazioni. Al suo interno si conservano ancora gli altari del Settecento mentre le statue devozionali sono opere in gesso, per lo più recenti. La decorazione musiva della lunetta esterna, del battistero e delle cappelle di S. Giuseppe e della Madonna è stata eseguita da Angelo Gatto. Del fratello Giuseppe è il bassorilievo in bronzo con il Battesimo di Cristo, dietro il fonte battesimale, ed il Crocifisso appoggiato esternamente alla chiesa; mentre il coprifonte, in rame con simboli biblici, è opera di Silvio Pivato.
Vetrego
Progettata dallarchitetto Luigi Candiani nel 1937 ed inaugurata nel 1938, la chiesa, dedicata a S. Silvestro Papa, venne affrescata nel 1951 da Gino Borsato. La chiesa contiene un frammento, recuperato dalla prima chiesetta, di una scultura quattrocentesca con raffigurazione a bassorilievo della Madonna col Bambino e San Giovannino, probabile opera dello scultore padovano Nicolò Pizzolo (Padova 1420-1453). Il campanile è alto 28 metri ed è stato realizzato nel 1894 per la vecchia chiesa, ora oratorio.
Campocroce
La chiesa di Campocroce dedicata a SantAndrea risale, insieme al campanile, alla seconda metà dellOttocento. Di forma semplice, è ben decorata allinterno. Il soffitto ha un affresco del 1906, raffigurante La Gloria di SantAndrea, di Noè Bordignon. Sul retro della parete dingresso, in tre riquadri, nel 1952 il pittore trevigiano Giovanni Barbisan, uno dei maggiori incisori contemporanei, dipinse LAssunzione di Maria, al centro e sulla destra la proclamazione del dogma da parte di Pio XII, mentre nel riquadro sinistro raffigurò una processione paesana, ritraendo gente del posto ed il Vescovo di Treviso. La chiesa conserva anche una bella pala del primo Ottocento raffigurante La Sacra Famiglia, attribuita a Giannandrea Rusteghello; ai lati due tele del seicento con La Madonna e S. Giovanni. I cinque altari sei – settecenteschi sono appartenuti alla vecchia chiesa, abbattuta per far posto allattuale. Il San Francesco conservato in sacrestia è una tela di scuola veronesiana del primo Seicento.
Scaltenigo
Ledificio trecentesco dedicato alla Cattedra di san Pietro è di forme gotiche, con un bel protiro che ripara il portale della facciata avvicinando, nel contempo, la chiesa al suo slanciato e coevo campanile. I caratteri architettonici rimandano alla fine del secolo XIV o agli inizi del XV, ma lorigine risale a tempi più remoti. A destra della porta principale e sotto la cantoria si trova laffresco Madonna con il Bambino tra le sante Caterina dAlessandria e Lucia risalente al 1481. Sopra laltare, in una cassa di cristallo una preziosa scultura in marmo rappresentante La Pietà di Pietro Baratta. Sullaltare maggiore un elegante ciborio in marmo risalente agli inizi del sec. XVIII con ai lati le grandi statue di marmo di Carrara degli apostoli Pietro e Paolo, opere di Antonio Gai (1686-1769) e dietro la Pala della Resurrezione attribuita a Daniele Mazza allievo di Tiziano (1574). Del XVI-XVII secolo è licona di Anonimo cretese-veneziano raffigurante la Madonna Glykophilousa che abbellisce la parete destra del presbiterio. Bellissimo il soffitto con al centro un grande lacunare in cui è raffigurata la gloria dei Santi Pietro e Paolo insieme alla Santissima Trinità e alla Vergine; agli angoli quattro scomparti minori con le figure degli evangelisti e due piccoli angeli (opera attribuita da diversi esperti a Giandomenico Tiepolo).
Zianigo
La chiesa parrocchiale, in origine della fine del Quattrocento, come la vecchia canonica, fu trasformata completamente nel Settecento e decorata con affreschi di Giandomenico Tiepolo riquadrati da stucchi nel 1799. Nel 1893 ledificio venne ampliato sulla fronte, spostando di parecchi metri la facciata, e rinnovato internamente. In quelloccasione presero il volo, con molta probabilità, alcuni affreschi di Giandomenico, che decoravano il presbiterio ai lati dellaltare maggiore. Fra gli stucchi settecenteschi si trovano due copie ad olio su compensato di un dipinto del Correggio e del Rubens.
Sul soffitto della nave, Giandomenico ha dipinto nel 1799 un grande affresco rappresentante La Natività di Maria, ricco di tutta una simbologia che rievoca la grandezza e la missione della Madonna ai fini del riscatto dellumanità dal peccato. Nel 1968, con un delicato intervento, la parte originale dellaffresco del soffitto venne staccata, trasportata su tela, reintegrata pittoricamente e ricollocata in sito tesa su di un telaio ligneo. Ora è finalmente possibile gustare il bel soffitto del Tiepolo, una delle ultime fatiche del pittore, nelle forma originaria, recuperato al massimo nei suoi valori cromatici.
Allinterno della chiesa sono conservate altre importanti pitture: una tela con La Madonna in trono e Santi opera del 1518 di Giovanni Mansueti; una bellissima Pala ad olio di Giandomenico Tiepolo raffigurante SantAntonio da Padova, Gesù Bambino e altri Santi, dal colore pregno di luce e ricco di delicatezze formali. Si tratta di unopera dipinta nella villetta di Zianigo nel 1778, circa ventanni prima di eseguire la faticosa impresa del soffitto. Nella sacrestia è sistemata una piccola pala con La Madonna ed il bambino che appare a SantAntonio, probabilmente opera della giovinezza di Giandomenico (data però per tradizione al padre Giambattista). Il campanile di Zianigo è una torre medioevale a canna quadrata, che serviva anticamente anche quale posto di osservazione militare e faceva parte di un complesso castellano più vasto demolito nel XV secolo.