Dai vescovi il ringraziamento agli operatori sanitari, alle famiglie, ai sacerdoti, molti dei quali hanno offerto la propria vita, e la vicinanza agli anziani e ai poveri. Vicinanza espressa con la carità e con la disponibilità delle strutture ecclesiali per la Protezione Civile, i medici e le persone in quarantena e con gli aiuti destinati dall’otto per mille, in modo particolare con quello straordinario di 200 milioni di euro, cui si aggiungono i 22,5 milioni di euro stanziati in queste settimane. Nel corso del dibattito, è stato sottolineato come “l’esperienza di fede, in questo periodo, sia stata una forza morale che ha permesso di affrontare con nuovo slancio una stagione impensabile ed impensata”. “La Chiesa è sempre stata presente e continua ad esserlo, anche nell’interlocuzione con le istituzioni governative – ribadisce il comunicato – per definire un percorso meno condizionato all’accesso e alle celebrazioni liturgiche per i fedeli in vista della nuova fase che si aprirà dopo il 3 maggio. È fondamentale dare una risposta alle attese di tanta gente, anche come contributo alla coesione sociale nei diversi territori”.
Durante i lavori, sono state fornite indicazioni circa la celebrazione della Messa Crismale e la ripartizione e l’assegnazione della somma destinata all’otto per mille. È stato approvato l’aggiornamento della modulistica per le convenzioni per i sacerdoti “fidei donum” e sono state prese alcune decisioni riguardanti l’Assemblea Generale (rinviata a novembre) e le Commissioni episcopali. I vescovi, infine, hanno provveduto ad alcune nomine.
Direttore dell’Ufficio liturgico nazionale dal 1° settembre 2020 sarà don Mario Castellano (Bari-Bitonto), mentre responsabile del Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica, Massimo Monzio Compagnoni. Nominato assistente ecclesiastico centrale del settore giovani dell’Azione Cattolica italiana, don Gianluca Zurra (Alba).
Indicazioni sulla messa crismale, da tenere nelle forme possibili entro Pentecoste
“Il Consiglio episcopale permanente ha indicato, come orientamento unitario, che questa celebrazione (la Messa Crismale, ndr) avvenga, nelle forme possibili, nel Tempo Pasquale, che si concluderà domenica 31 maggio, Solennità di Pentecoste. Orientativamente entro l’ultima settimana”. È quanto si legge nel comunicato finale della sessione primaverile del Consiglio episcopale permanente della Cei, che si è riunito giovedì 16 aprile, in videoconferenza. “Nelle Diocesi in cui non si potrà procedere con questa celebrazione, verranno conservati gli olii sacri (infermi, catecumeni e crisma) dello scorso anno”. La celebrazione della Messa Crismale è stata rinviata quest’anno a causa della pandemia di coronavirus. Il decreto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti dello scorso 25 marzo ha dato facoltà alle Conferenze episcopali di trasferire la celebrazione della Messa Crismale ad altra data. “Spero che potremo averla prima di Pentecoste, altrimenti dovremo rimandarla all’anno prossimo”, sono state le parole del Papa durante la messa in Coena Domini.
Preoccupazione per la tenuta delle scuole paritarie
“È importante non sottovalutare la preoccupazione circa la tenuta del sistema delle scuole paritarie”. È quanto si legge nel comunicato finale della sessione primaverile del Consiglio episcopale permanente della Cei, che si è riunito giovedì 16 aprile, in videoconferenza. “Se già ieri erano in difficoltà sul piano della sostenibilità economica, oggi – con le famiglie che hanno smesso di pagare le rette a fronte di un servizio chiuso dalle disposizioni conseguenti all’emergenza sanitaria – rischiano di non aver più la forza di riaprire”. La consapevolezza dei vescovi è che “la ripresa passa anche dal piano educativo: ormai in prossimità dell’estate, è necessario dare indicazioni alle famiglie circa lo svolgimento dei campi estivi e dei Grest, opportunità di crescita per i ragazzi e di aiuto per i genitori impegnati con la possibile ripresa delle attività lavorative”. “Lo sguardo al futuro non può trascurare le conseguenze enormi che questa situazione sta recando alle famiglie dell’intero Paese, a quelle già in precarietà o al limite della sussistenza”.
Nel comunicato finale del Consiglio episcopale permanente si evidenzia anche “la certezza che la ripresa non sarà contraddistinta da ritmi e abitudini precedenti alla crisi”. “Senza dubbio, ci sarà una profonda cesura rispetto al passato, anche quello più recente”. “Per questo, sono necessari strumenti di riflessione per capire alla luce della fede quanto stiamo vivendo”. Consapevoli che “sofferenza e crisi segneranno gli anni a venire”, i vescovi segnalano che “questa esperienza, impensabile e impensata, non è ancora conclusa e continua a preoccupare”. “È stato messo in discussione un modello di sviluppo che sembrava potesse dettare le regole di vita. La visione di un compimento raggiunto ha mostrato la sua vulnerabilità a causa di una malattia. E a farne le spese saranno nuovamente i più poveri”. Per questo motivo, secondo il Consiglio permanente, è importante “liberare le energie positive per ripartire”. “È con questo sguardo di fiducia, speranza e carità che intendiamo affrontare questa stagione”, hanno sottolineato i vescovi. (