La Giornata del Seminario ricorre quest’anno in un tempo particolarmente complicato e di prova per tutti. La pandemia ha cambiato molto della vita e della quotidianità del Seminario, come era ovvio aspettarsi, date le restrizioni che hanno colpito tutta la nostra collettività.
Ma anche nel periodo di confinamento tra marzo e maggio, la Comunità Teologica a Treviso e quella Vocazionale a Cendon hanno continuato la loro vita comunitaria, seguendo le lezioni dello Studio Teologico Interdiocesano con la didattica a distanza, per rispettare le norme contro la diffusione del contagio, e vivendo un’intensa esperienza comunitaria, mettendo alla prova la capacità di tutti e di ciascuno di vivere insieme in modalità davvero nuove e inedite. Forse ricordiamo con un sorriso grato la Comunità Vocazionale che, in quel periodo di smarrimento, produceva mascherine per metterle a disposizione della collettività.
Anche le Comunità dei ragazzi e dei giovani, pur non potendo essere presenti fisicamente, hanno continuato a mantenere per quanto possibile con i mezzi elettronici un legame e una qualche continuità di rapporti formativi, accanto alla scuola che proseguiva, seppure a distanza.
La presenza delle due comunità è stato un segno eloquente e importante della disponibilità e dell’impegno di formatori, professori e seminaristi a vivere il proprio impegno di Chiesa, comunità formative al servizio del sacerdozio ministeriale nella Chiesa, a servizio del Signore e del suo popolo santo. Non l’esercizio di un «mestiere», ma la risposta a una chiamata, e la partecipazione alla vita di tutti, senza particolari differenze, se non quella di sperimentare il valore e anche la difficoltà della vita comunitaria. Da questa esperienza viene un messaggio di forza e di speranza per tutti: assieme al Signore e nella fiducia in lui, rispettando tutte le indicazioni che vengono poste per il bene comune, è possibile cercare e trovare strade di comunione e di comunità.
La vita dei presbiteri diventa segno di comunione per tutti, soprattutto in tempi in cui abbiamo potuto toccare con mano i limiti di una concezione solamente individualistica della vita sociale. Davvero abbiamo visto – proprio nella distanza fisica impostaci dalla situazione che stiamo vivendo – che se rimaniamo da soli siamo deboli, e che abbiamo bisogno di più relazioni solidali, non di meno, di più aiuto reciproco, non di meno, di più comunità e non di meno.
La formazione al presbiterato in questo periodo difficile non perde nulla del suo significato profondo, al contrario ha l’occasione di orientarsi all’essenziale, perché non è tempo di perderci in particolari secondari, o in forme che non siano a servizio di ciò che veramente conta.
Cosa significa infatti prepararsi a diventare preti oggi? Ce n’è ancora bisogno?
Sono convinto di sì. C’è bisogno più che mai di persone che con tutta la loro vita, e semplicemente con la loro vita, indichino discretamente ma con piena convinzione che il Signore è fondamento dell’esistenza, che stare con Lui conta, e che mettere al centro Lui è sufficiente per vivere una vita riuscita. Scommettere l’esistenza sul Signore diventa poi fondamento di vera comunità, di una comunità che sappia valorizzare la vocazione di ciascuno e di ciascuna, e che sia luogo accogliente per tutti, scuola e casa di autentica fraternità.
Il Seminario di Treviso saprà fare tesoro di questa esperienza, ora che continua a funzionare, quasi ogni giorno nella ricerca di nuove soluzioni logistiche per coniugare comunità e sicurezza, ma sempre nella convinzione che “con il mio Dio scavalcherò le mura” (Sal 19, 30) del dubbio, della solitudine, della paura. Il nostro Seminario ha bisogno della preghiera e del sostegno di tutta la Diocesi, al cui servizio continua a porsi per formare preti secondo il cuore di Gesù. Il Signore continua a camminare con noi, a prenderci per mano, a indicarci la via della vita e per questo sempre chiama servitori appassionati della Chiesa, comunità in cammino nella storia chiamata a condurre tutti a Dio. L’apertura all’amore infinito ed eterno di Dio è fondamento sicuro per umanizzare il presente.
Il nostro Seminario vuole essere scuola semplice e concreta per saggiare la chiamata degli uomini che si mettono a disposizione per provare quest’avventura, in cammino nella Chiesa, a servizio dell’umanità. Accompagniamolo e aiutiamolo in questo cammino. (vescovo Michele)