Fare squadra per l’arte e la cultura: 15 giovani al lavoro nel cantiere della sala del Capitolo

In Seminario 15 giovani restauratori sono al lavoro per ridare splendore al “Ciclo dei Domenicani illustri” dipinto nel 1352 da Tomaso da Modena. La sala del Capitolo di San Nicolò per 5 settimane ospiterà il cantiere didattico dell’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro, impegnato a completare un lavoro di recupero iniziato nel 2013.
Il “taglio del nastro” lunedì 4 settembre, durante una conferenza stampa in sala Longhin, alla quale hanno partecipato i rappresentanti istituzionali (per il Comune di Treviso il sindaco Giovanni Manildo e l’assessore Luciano Franchin; per la Regione Veneto l’assessore Federico Caner), la Soprintendenza, le realtà culturali della città, dai responsabili dei Musei comunali Bailo e Santa Caterina e del museo Nazionale Collezione Salce, alla Fondazione Benetton e alla Fondazione Cassamarca, dagli “Amici dei musei” all’Ateneo di Treviso e al Fai. Presenti anche altre persone, appassionate di arte e cultura.

La cura del Seminario dal 1842
Ad aprire gli interventi il rettore del Seminario vescovile, don Pierluigi Guidolin, che ha sottolineato l’impegno culturale di una realtà dedita, in primo luogo, alla formazione dei 70 giovani seminaristi che vi sono ospitati. “Il Seminario si occupa della Sala del Capitolo dal 1842, data nella quale questa istituzione diocesana entrò nell’ex convento dei domenicani di san Nicolò divenuto in quell’anno la nuova sede del Seminario. Da allora – ha ricordato – ha avuto cura di questo capitale artistico, mantenendolo e rendendolo fruibile al pubblico, senza mai ricevere un euro di finanziamento”. Una cura che si è rivelata preziosa durante le due guerre mondiali, e in particolare dopo la bomba del dicembre 1944, che provocò gravi danni. Il lavoro di raccolta dei frammenti relativi a tre santi dell’ordine (San Domenico, San Pietro Martire, San Tomaso d’Aquino) posizionati a sinistra sulla parete est, fu fatto da Mario Botter, mentre fu il figlio Memi a ricollocarli nel 1999 (tra il pubblico lunedì scorso anche la figlia di Mario, Natalina).

Boom di visitatori, molti dall’estero
Oltre 13mila le visite registrate alla Sala nel 2016 e già ad agosto di quest’anno si è arrivati a 10mila presenze, molte delle quali dall’estero. “Il cantiere di restauro, che oggi si apre, subentra ad un precedente cantiere, curato con passione negli anni dal restauratore Alfeo Michieletto, che ha visto il Seminario impegnarsi per oltre 93.000 euro” ha aggiunto il Rettore. I prossimi e conclusivi lavori, invece, sono a carico del Ministero dei Beni e delle attività culturali, che finanzia l’impegno dell’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro. I giovani e i loro docenti sono ospiti del Seminario per tutta la durata del cantiere.

Sinergia tra Istituzioni
Don Paolo Barbisan, direttore dell’Ufficio Arte Sacra e Beni Culturali della Diocesi di Treviso, è intervenuto per spiegare il valore artistico e culturale della Sala del Capitolo, ricordando che l’apertura del cantiere è il frutto maturo dell’azione sinergica dell’Istituto, della Soprintendenza e della Diocesi: “Ciascuna delle istituzioni coinvolte – ha ricordato -, nel pieno rispetto dei diversi ruoli, ha condiviso competenze e risorse al fine di poter restituire alla comunità questo fondamentale luogo della storia dell’arte italiana”. Don Barbisan ha fatto gli auguri ai giovani restauratori: “E’ bello pensare che dei giovani scelgano oggi di occuparsi della conservazione dei beni culturali, cioè di tutto ciò che ha valore di civiltà, in definitiva della nostra civiltà occidentale con i suoi valori e la sua spiritualità. Vi auguro che Tomaso vi porti fortuna e che della nostra Treviso possiate portare nel cuore un buon ricordo”.
A ricordare l’impegno degli ultimi sei anni da parte della Soprintendenza, il dott. Luca Majoli, responsabile di Area per il Patrimonio artistico, che ha portato anche i saluti del sovrintendente, l’arch. Andrea Alberti, mentre la direttrice dell’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro, l’arch. Gisella Capponi, ha presentato l’attività dell’Istituto stesso e l’offerta formativa delle due sedi di Roma e di Matera. “Il patrimonio culturale può essere salvaguardato con l’impegno di tutti e in particolare con le Istituzioni che devono saper fare squadra – ha ricordato la direttrice – e spendendo le migliori professionalità, come quelle che escono dalla nostra Scuola di Alta formazione”.

Il sindaco Manildo e l’assessore regionale Caner
Un’idea, quella della sinergia tra enti e istituzioni, ribadita anche dagli interventi del vicario generale della Diocesi, mons. Adriano Cevolotto, che ha portato i saluti del Vescovo, oltre che del sindaco di Treviso Giovanni Manildo e dell’assessore della Regione del Veneto Federico Caner. “Treviso è una città ricca di iniziative – ha sottolineato Manildo -, con molte collaborazioni tra le diverse realtà, è una città aperta, per la quale le mura rappresentano delle soglie per creare collegamenti e legami. Prendersi cura, non solo delle persone, ma anche del nostro patrimonio di arte e cultura, è la chiave di una comunità che cresce. Sono felice per la partenza di questo cantiere e di poter lavorare insieme in futuro”. Caner ha portato i saluti della Regione e del presidente Luca Zaia, invitando a fare sempre più rete, anche per attrarre il turismo culturale, e annunciando l’imminente avvio di un sito internet regionale che raccoglierà tutti gli eventi. Una sinergia che – ha ricordato – potrà intercettare finanziamenti importanti, sia dalla Regione che dall’Unione Europea.

Nuovi lavori in vista
A conclusione dell’evento il rettore, don Guidolin, ha ribadito l’impegno e la disponibilità del Seminario e della Diocesi per la cultura, e in particolare per sostenere la candidatura di Treviso a capitale italiana della cultura per il 2020, annunciando la necessità di nuovi e complessivi interventi sull’ala del chiostro che ospita la sala del Capitolo, in particolare al piano superiore dove si trova la realtà museale del Seminario, che comprende il museo naturalistico Scarpa (una raccolta unica al mondo) ed altri preziosi tesori, ancora poco conosciuti. Un lavoro oneroso, per il quale sarà fondamentale coinvolgere un mecenatismo più ampio, diffuso e generoso, visto che la Diocesi (“il primo mecenate di Treviso”) è già fortemente impegnata per il restauro della chiesa di San Nicolò e i lavori appena conclusi al Battistero del Duomo.
Non solo “pacche sulle spalle”, quindi, come ha ribadito il Rettore, ma impegni concreti da parte di chi crede che la cultura e l’arte del nostro territorio siano non soltanto un patrimonio prezioso da salvaguardare e da mettere a disposizione di tutti, ma anche un’importante attrazione turistica e un volano di sviluppo economico.

(tratto da “La Vita del popolo” n. 34 del 10 settembre 2017)