Il Vescovo ai consacrati e alle consacrate: “Grazie per il dono che siete, per il bene donato alla Chiesa e al mondo, per la vostra testimonianza di Vangelo”

In cattedrale a Treviso, la sera del 2 febbraio, c’è stata la celebrazione della giornata mondiale della Vita consacrata, nella festa della Presentazione del Signore. Alla messa, presieduta dal vescovo Michele e concelebrata da numerosi sacerdoti, i religiosi, le religiose e le persone consacrate hanno rinnovato i loro impegni di consacrazione.

Alle porte della chiesa la benedizione delle candele, seguita dalla processione dei concelebranti e di una rappresentanza dei religiosi e delle religiose presenti. A loro il Vescovo, nell’omelia, ha rivolto parole di gratitudine “per il dono grande che voi fate e che voi siete. Per il bene donato alla Chiesa e al mondo, per la vostra testimonianza di Vangelo incarnata, contemporanea, per le vostre preghiere per noi, per la vostra dedizione a Dio che passa attraverso la dedizione a questa porzione di popolo di Dio”.

Il Vescovo, riflettendo sulla Lettera agli Ebrei proposta dalla Liturgia, ha ricordato che ciò che sta al centro della vita cristiana è l’espressione della cura tenera e forte di Dio nei nostri confronti: “Da Lui siamo accolti, sostenuti, abbracciati. Non dovremmo mai dare per scontato, ma nemmeno dimenticare che Dio si prende cura della stirpe di Abramo, e di tutti noi. È una verità da credere, da accogliere, da contemplare, da gustare, da amare – ha ricordato mons. Tomasi -. In questa cura, in questo amore si dipana tutta la vicenda della storia della salvezza, della vita cristiana”. Dei personaggi protagonisti del Vangelo, abitati dallo Spirito – la giovane famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe e gli anziani Simeone e Anna – il Vescovo ha messo in luce il dinamismo, fatto di movimento, tensione, desiderio: anche nello “stare” di Anna (“Non si allontanava mai dal tempio”) si può leggere il “movimento interiore nel sostare, nella fedeltà alle scelte e alle situazioni di vita, a ciò che l’obbedienza alla quotidianità ci chiede”.

“Questa è la festa dell’«Incontro» – ha detto il Vescovo -, così l’hanno sempre chiamata le Chiese d’oriente. L’incontro di Dio con il suo popolo, del popolo con il suo Signore che entra nella sua casa, nel suo tempio a Gerusalemme, nella vita della Chiesa e di ciascuno di noi. Preghiamo in modo speciale oggi, Giornata mondiale della Vita Consacrata, per tutti i religiosi, le religiose e i membri delle Società di vita apostolica, “sparsi nel mondo e confermati nel loro carisma”: lo ha chiesto il Papa questa mattina, in occasione dei saluti ai fedeli di tutto il mondo presenti in Aula Paolo VI per l’udienza generale. Voi siete qui, a Treviso, nella nostra Diocesi, assieme a tanti altri, provenienti da tutta la Chiesa, da diversi Paesi del mondo, anche voi mossi dallo Spirito, non come individui isolati, ma come comunità religiose che vivono concretamente un carisma, un dono di bene donato alla Chiesa, al mondo, una testimonianza di Vangelo incarnata, che si esprime in una cultura, contemporanea, nel presente. Sia che siate in movimento nell’apostolato, sia che doniate stabilità di vita nella preghiera, siete segno vivente che ci si può giocare la vita fidandosi del Vangelo, nella Chiesa”. “Cristo, Parola di Dio” è l’invocazione di Francesco, vi “conceda sempre più la forza per essere al servizio dei valori del Regno e di una Chiesa fraterna e vicina a tutti”.

“Noi oggi, tutta la Diocesi di Treviso, la Chiesa tutta prega per voi – ha concluso il Vescovo -, ed esprimiamo così, pregando per voi, la nostra gratitudine per le vostre preghiere per noi, per la dedizione a Dio che passa attraverso la dedizione a questa porzione del popolo di Dio, per il vostro servizio a Dio che è servizio a noi tutti. Siamo grati al Signore di poterlo fare, qui ed ora, in cattedrale e in tutte le parrocchie dove stiamo celebrando questo stesso incontro. E siamo felci di poter essere testimoni del rinnovo della vostra consacrazione, del momento originante della vostra scelta di vita, del vostro dono grande, che fate e che siete”.