Narrazione, ascolto, preghiera: sarà intrecciata da queste tre dimensioni la convocazione diocesana di Pentecoste, che vivremo nel pomeriggio di domenica 23 maggio, nella consolidata duplice modalità: in presenza, nel tempio di San Nicolò, per un numero significativo, ma sempre limitato di persone, in particolare coloro che partecipano ai vari consigli e organismi diocesani, e alcuni sacerdoti e fedeli delle parrocchie del territorio comunale di Treviso; e collegati da una delle tante chiese dove i fedeli di più parrocchie vicine potranno ritrovarsi, come pure da casa attraverso il canale YouTube della diocesi.
“E’ lo Spirito che dà la vita” (Gv 6,63) è il titolo scelto per la convocazione. E proprio a raccontare l’opera dello Spirito Santo nella vita delle nostre comunità e di ciascuno di noi è dedicata la parte centrale, insieme all’intervento del Vescovo, della celebrazione. Perché è lo Spirito che ci ha accompagnati e ancora ci accompagna in questo lungo tempo di pandemia, tra paure, dolore, limitazioni, ma anche speranze, riprese, e tanto bene vissuto e donato, nella carità, nella solidarietà, nella generosità, nella cura reciproca, nell’attenzione alle relazioni, nell’impegno quotidiano di tante persone. Un bene che desideriamo raccontarci, come il vescovo Michele ci ha invitati a fare nella sua Lettera pastorale “Saldi nella speranza”. Un appuntamento, nel nostro cammino di Chiesa, al quale siamo tutti invitati, dopo quelli di inizio Avvento e della Domenica della Parola. “A Pentecoste – scriveva il Vescovo – potremo narrarci quanto lo Spirito ci avrà suggerito durante l’anno e rilanciare le attività per il periodo estivo”.
Ecco allora le testimonianze raccolte in queste settimane in varie zone della diocesi, che saranno condivise grazie a dei semplici video (nelle foto alcune delle persone che hanno donato la loro testimonianza). Un itinerario parziale, certamente, ma nel quale possiamo riconoscere insieme lo Spirito all’opera su tanti fratelli e sorelle che hanno saputo leggere la realtà e i bisogni delle proprie comunità donando risposte creative e generose per vivere questo tempo complicato e prezioso. Dai bambini e ragazzi dell’Acr che si sono messi in gioco con un giornalino costruito e distribuito da loro, ai catechisti che non hanno voluto che si spezzasse il filo delle relazioni con i ragazzi e le famiglie, nemmeno durante il lockdown; e poi la comunità che ha sempre celebrato una delle messe domenicali nel campo sportivo parrocchiale, chiesa di pietre vive, segno tra le case anche per chi in chiesa non entra; un cenacolo di condivisione, non solo del pane ma anche di relazioni e di sostegno; come le relazioni cercate e vissute nella sicurezza da parte di alcuni giovani con i loro educatori; il ritrovarsi in chiesa di sette parrocchie e di altre realtà della vita sociale e civile per narrare l’Eucaristia celebrata nella vita; la proposta di una Collaborazione pastorale di leggere insieme l’enciclica “Fratelli tutti”, un aiuto prezioso a sentirsi comunità anche durante la pandemia; infine, una giovane coppia che sceglie di sposarsi anche senza feste, nella sobrietà, ma soprattutto nella gioia e nella certezza di essere accompagnati dall’amore del Padre.
In allegato il libretto della celebrazione