Questa preghiera è in sostituzione della Messa domenicale, che comunque si può seguire in televisione.
Si può fare in casa, da soli o con qualche familiare, oppure personalmente in chiesa.
Dedico un tempo prolungato per l’incontro con il Signore. Si può preparare in un luogo adatto della casa un crocifisso oppure un’immagine sacra, con accanto una candela accesa. Se si è in più persone, una fa da guida (G.) e altri da lettori (Lett.).
Inizio
Si inizia con il segno della Croce.
G. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.
G. Entriamo nella gioia e nella gloria
e rendiamo grazie a Dio,
che ci ha chiamato al regno dei cieli. Alleluia.
A te, Santa Trinità,
onore e gloria nei secoli dei secoli.
Amen.
Atto penitenziale
G. Siamo dentro il grande giorno di Pasqua, che dura otto giorni, e la liturgia ci ha fatto ripetere ogni giorno: “Questo è il giorno che ha fatto il Signore, rallegriamoci ed esultiamo”. Questa domenica viene detta in Albis perché i battezzati adulti, che avevano indossato la veste bianca del battesimo alla Veglia pasquale, la deponevano in questa domenica.
Oggi la liturgia ci invita a gioire per i doni del Risorto: «l’inestimabile ricchezza del Battesimo che ci ha purificati, dello Spirito che ci ha rigenerati, del Sangue che ci ha redenti», e la pace. Gesù Risorto assicura il dono della pace ai suoi discepoli, chiusi in casa per la paura…, a noi e all’umanità. Questa domenica ricorda anche la Divina Misericordia: contempliamo la bontà di Dio e il suo sguardo di perdono.
Riconosciamo le nostre colpe ed invochiamo la misericordia del Padre.
Breve silenzio
Lett. Signore nostra pace, abbi pietà di noi.
Signore, pietà.
Lett. Cristo, nostra Pasqua, abbi pietà di noi.
Cristo, pietà.
Lett. Signore, nostra vita, abbi pietà di noi.
Signore, pietà.
G. Dio onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna.
Amen.
In ascolto della Parola di Dio
G. Ascoltiamo Dio che ci parla attraverso la Sacra Scrittura, la quale oggi ci narra lo stile delle prime comunità cristiane, perseveranti nella preghiera e nella condivisione fraterna.
Nella comunità dei discepoli, Gesù risorto, otto giorni dopo ritorna; non rimprovera Tommaso, ma gli mostra quelle ferite che sono il grande segno del suo amore.
Lettura
(At 2,42-47)
Lett. Dagli Atti degli Apostoli
[Quelli che erano stati battezzati] erano perseveranti nell’insegnamento degli apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nelle preghiere.
Un senso di timore era in tutti, e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli.
Tutti i credenti stavano insieme e avevano ogni cosa in comune; vendevano le loro proprietà e sostanze e le dividevano con tutti, secondo il bisogno di ciascuno.
Ogni giorno erano perseveranti insieme nel tempio e, spezzando il pane nelle case, prendevano cibo con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo.
Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati.
Salmo 117
Si può pregare a due cori, oppure un lettore legge le strofe e tutti ripetono il ritornello.
Rit. Rendete grazie al Signore,
perché è buono:
il suo amore è per sempre.
Dica Israele:
«Il suo amore è per sempre».
Dica la casa di Aronne:
«Il suo amore è per sempre».
Dicano quelli che temono il Signore:
«Il suo amore è per sempre».
Mi avevano spinto con forza per farmi cadere,
ma il Signore è stato il mio aiuto.
Mia forza e mio canto è il Signore,
egli è stato la mia salvezza.
Grida di giubilo e di vittoria
nelle tende dei giusti:
la destra del Signore ha fatto prodezze.
La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.
Questo è il giorno che ha fatto il Signore:
rallegriamoci in esso ed esultiamo!
Rit. Rendete grazie al Signore,
perché è buono:
il suo amore è per sempre.
Sequenza
G. Preghiamo con questo antico canto, che descrive il grandioso combattimento tra la morte e la vita. Gesù non rimane nella tomba, ma infrange le porte della morte con la potenza della sua resurrezione e riempie il mondo di questa speranza.
Sì, ne siamo certi: Cristo è davvero risorto!
Lett. Alla vittima pasquale
s’innalzi oggi il sacrificio di lode.
L’agnello ha redento il suo gregge,
l’Innocente ha riconciliato
noi peccatori col Padre.
Morte e Vita si sono affrontate
in un prodigioso duello.
Il Signore della vita era morto;
ma ora, vivo, trionfa.
Lett. «Raccontaci, Maria:
che hai visto sulla via?».
«La tomba del Cristo vivente,
la gloria del Cristo risorto,
e gli angeli suoi testimoni,
il sudario e le sue vesti.
Cristo, mia speranza, è risorto;
e vi precede in Galilea».
Sì, ne siamo certi:
Cristo è davvero risorto.
Tu, Re vittorioso,
portaci la tua salvezza.
Vangelo
(Gv 20,19-31)
Leggiamo il racconto evangelico con calma e attenzione, cercando di comprendere il messaggio che offre.
Lett. Dal Vangelo secondo Giovanni
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!».
Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.
Silenzio e riflessione
Dedichiamo un tempo adeguato alla meditazione personale rileggendo i testi e il commento seguente, scritto da una coppia di sposi.
Se questa preghiera è fatta insieme ad altre persone, al temine del tempo personale si può condividere con gli altri qualche riflessione fatta personalmente.
Commento
(Gloria e Antonio, sposi)
“La sera, mentre le porte sono chiuse” sembra la fotografia del periodo che stiamo vivendo.
Per i discepoli la sera rappresenta un momento di crisi, d’incredulità, le porte chiuse, la paura, lo scoraggiamento.
Per noi, oggi, è il momento d’incertezza, e l’isolamento dentro le nostre case. Una situazione che ci interroga su quanto siano realmente chiusi o aperti. I dubbi, l’incertezza, le porte chiuse non sono un ostacolo per Gesù. Egli viene proprio dentro le nostre realtà, i nostri timori, i nostri limiti. Non chiede nulla, annuncia la pace e mostra loro le mani e il fianco. In quelle mani riconosciamo Gesù, vediamo e ricordiamo tutto ciò che ha fatto. Con il suo costato trafitto, Gesù mostra il Suo amore per noi. Porte chiuse, ferite aperte, in questo contesto, Gesù rassicura e soffia sui discepoli il Suo Spirito, che è vita, rinascita, forza, coraggio, cambiamento, perdono, gioia, pace.
Come Tommaso, anche noi facciamo fatica a credere a coloro che l’hanno visto, alla testimonianza delle nostre comunità e vogliamo “vedere e toccare” di persona. L’incredulità di Tommaso ci mostra una “nuova” porta chiusa, quella delle relazioni profonde, quella del cuore. Otto giorni dopo, di nuovo a porte chiuse, Gesù torna, mostra di conoscere cosa aveva detto Tommaso ai fratelli e di essere sempre presente. Invita Tommaso a vedere, toccare ed entrare dentro quelle ferite, perché sono luogo di comunione. Invita noi a fidarci e a spalancare le nostre porte, perché con il Suo Spirito nella condivisione di limiti, paure, fatiche, possiamo far “vedere e toccare” il Suo amore.
Credo apostolico
G. Come Tommaso, riconosciamo la presenza del Signore risorto in mezzo a noi e, insieme a tutti i cristiani, professiamo la nostra fede:
Io credo in Dio, Padre onnipotente,
creatore del cielo e della terra;
e in Gesù Cristo,
suo unico Figlio, nostro Signore,
il quale fu concepito di Spirito Santo,
nacque da Maria Vergine,
patì sotto Ponzio Pilato,
fu crocifisso, morì e fu sepolto;
discese agli ìnferi;
il terzo giorno risuscitò da morte;
salì al cielo,
siede alla destra di Dio Padre onnipotente;
di là verrà a giudicare i vivi e i morti.
Credo nello Spirito Santo,
la santa Chiesa cattolica,
la comunione dei santi,
la remissione dei peccati,
la risurrezione della carne,
la vita eterna.
Amen.
Preghiere di intercessione
G. Quando riconosciamo la presenza di Gesù risorto, gioiamo della sua luce e ritroviamo coraggio.
Chiediamo il dono del suo Spirito e diciamo: Sostieni con il tuo Spirito, Signore.
Sostieni con il tuo Spirito, Signore.
Lett. Quando la Chiesa annuncia la gioia del Vangelo e la misericordia di Dio:
Sostieni con il tuo Spirito, Signore.
Lett. Quando i conflitti rischiano di scoraggiare gli operatori di pace:
Sostieni con il tuo Spirito, Signore.
Lett. Quando la nostra fede è schiacciata da dubbi e aridità:
Sostieni con il tuo Spirito, Signore.
Lett. Quando fatichiamo a vivere questa situazione di isolamento a causa del contagio e a sostenere il peso delle giornate e delle preoccupazioni per il futuro:
Sostieni con il tuo Spirito, Signore.
Lett. Quando soffriamo per la malattia, la solitudine, il lutto:
Sostieni con il tuo Spirito, Signore.
Lett. Quando le persone si impegnano per il bene di tutti:
Sostieni con il tuo Spirito, Signore.
Si possono aggiungere altre intenzioni di preghiera.
G. O Dio di misericordia e di pace, ascolta le nostre preghiere.
Noi ci rivolgiamo a te con la fiducia dei figli e, in comunione con tutti i fratelli e le sorelle, diciamo:
Padre nostro, che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano
e rimetti a noi i nostri debiti
come noi li rimettiamo ai nostri debitori
e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male.
Amen.
Orazione
G. Signore Dio nostro, che nella tua grande misericordia ci hai rigenerati a una speranza viva mediante la risurrezione del tuo Figlio, accresci in noi, sulla testimonianza degli apostoli, la fede pasquale, perché aderendo a lui pur senza averlo visto riceviamo il frutto della vita nuova. Per Cristo nostro Signore.
Amen.
Gesti di Pasqua: Proteggere
Nel Tempo di Pasqua siamo aiutati a passare dalla preghiera alla vita con alcuni piccoli impegni che la Caritas diocesana ci suggerisce:
G. L’incontro di Tommaso con il Risorto avviene nella comunità. In questo tempo di prova riscopriamo il valore della comunità e dell’altro, impegnandoci ogni giorno a rispettare quelle norme che salvaguardano il bene di tutti.
Carità è proteggere la vita.
Conclusione
Mentre si fa il segno della Croce:
G. Il Signore risorto ci guidi nel cammino di Pasqua, ci benedica, ci protegga e ci custodisca nel suo amore.
Amen.
G. Portiamo a tutti la gioia del Signore risorto. Alleluia, alleluia.
Rendiamo grazie a Dio. Alleluia, alleluia.
Regina del cielo, rallegrati, alleluia:
perché colui che meritasti di portare, alleluia,
è risorto come aveva promesso, alleluia.
Prega per noi il Signore, alleluia.